“I risparmi dei consumatori sono a rischio, andiamo incontro a un periodo di incertezza. I costi aumenteranno, per aziende e cittadini. Vogliamo scongiurare l’ipotesi di una recessione”. A dirlo è Graziano Monetti, direttore di Confcommercio Como. Il dollaro è in caduta libera, le borse sono un disastro e l’oro raggiunge un nuovo record. Sono gli effetti della guerra dei dazi annunciata da Trump.
“È un problema trasversale, che riguarda tutti i settori. Da non sottovalutare neppure le ricadute sui consumatori”, sottolinea il direttore di Confcommercio Como. “Oltre all’aumento dei prezzi, non si possono escludere possibili recessioni o altri scenari che vorremmo evitare. Soprattutto in questo periodo, con l’apertura della stagione turistica che porta con sé grandi aspettative. Davanti a noi, al contrario, si palesa uno scenario che frena l’entusiasmo del momento. Non ci voleva”. E mentre la premier Giorgia Meloni si prepara all’incontro con il presidente americano, con l’obiettivo di dimezzare i dazi e abbassarli così al 10%, Monetti ribadisce la necessità di concrete “prese di posizioni politiche per tutelare le imprese lombarde e non solo”.
“È un momento molto delicato – ha proseguito Monetti – Il brusco aumento dei costi influirà sulla tenuta delle aziende e graverà sul loro bilancio”. Tuttavia, ha precisato: “Per l’imprenditore lasciare a casa personale è l’ultima ipotesi contemplabile. Il patrimonio umano – assicura ancora il direttore di Confcommercio Como – resta prioritario. Ma se si trovasse alle strette, con costi in rialzo e vendite in calo, sarà costretto a intervenire e non sono da escludere possibili tagli al personale”.
A Como e provincia, da non sottovalutare neppure le conseguenze sul turismo. Si potrebbe assistere, in particolare, a una brusca frenata di viaggiatori americani in arrivo sulle sponde del Lago di Como, da sempre meta prediletta dai turisti provenienti da oltreoceano. E per una realtà che fa del turismo un cavallo di battaglia, l’impatto potrebbe essere particolarmente negativo. D’altronde, “perché venire in un paese così caro?”, potrebbero pensare molti americani, dimenticandosi però che la causa sta tutta nelle scelte del loro presidente.
La guerra dei dazi voluta da Donald Trump “sta avendo conseguenze devastanti anche sui mercati”, ha ricordato Monetti, e questo – ha aggiunto – “impatta anche sui risparmi dei cittadini, che inizieranno a contenere le spese. I costi maggiori peseranno notevolmente anche sul portafoglio dei consumatori”. “Andiamo incontro – ha concluso – a un periodo di contrazione, in attesa che i mercati prendano fiducia e si normalizzino”.
Lo sottolinea anche Marco Barbieri, segretario nazionale della Confcommercio, che intervistato dal Corriere della Sera dice: “Il rischio di aumento dei prezzi c’è per tutti e c’è anche il timore di perdere turisti americani. Ma reagire subito sarebbe un errore – prosegue – lasciamo prima stabilizzare la situazione”. E come ricordato proprio dal Corriere della Sera, chi guadagnerà più di tutti dai dazi saranno i contrabbandieri. Non di certo le imprese a stelle e strisce, quindi, e men che meno gli operai americani. È un tuffo nel passato, come nel proibizionismo. È il lato B dell’economia, che si muove nelle retrovie ma genera incassi importanti. È la sua faccia più disonesta e criminale, ma è un problema – quello di dazi e contrabbando – ancora troppo poco dibattuto.