Como: giardini a lago, un cantiere in bilico. Ultimatum scaduto. La data fatidica, annunciata dal Comune, è passata senza che sia ancora emersa alcuna comunicazione ufficiale, intanto anche oggi non si sono visti progressi e dalle fila dell’opposizione il PD chiede le dimissioni dell’assessore al Verde, Parchi e Giardini, Chiara Bodero Maccabeo.
La vicenda
Dopo la proroga concessa a gennaio che faceva slittare il termine delle opere al 24 aprile si è reso evidente che la data non sarebbe stata rispettata. Ad oggi tra vegetazione incolta e poche opere fin qui realizzate, tutto sembra tranne che intravedersi una fine. Anzi sembra proprio che la bella stagione vedrà l’area ancora inaccessibile. “Mi aspetto un passo considerevole per sbloccare la situazione entro il 7 aprile” aveva annunciato il sindaco, Alessandro Rapinese, parlando di un ulteriore confronto con l’impresa a valle del quale sarebbe arrivata una risposta in una direzione o nell’altra e cioè, ai due estremi: la possibilità di proseguire con la stessa azienda a fronte di una serie di rassicurazioni oppure fermarsi. “A decidere sarà il rispetto della legge” aveva sottolineato il sindaco.
In attesa di risposte ufficiali arriva il duro affondo del Partito Democratico.
Il Pd all’attacco
“I lavori sono ancora tristemente fermi, in una cartolina che, ovviamente, non rende giustizia alla nostra città – dichiarano il segretario del circolo PD di Como Convalle Alessandro Rossi e la capogruppo in Consiglio comunale Patrizia Lissi – L’ottantesimo anniversario della Liberazione è alle porte e il monumento alla Resistenza europea, voluto da Spallino, campeggia tristemente in mezzo al cantiere abbandonato. L’estate è alle porte e cittadini e turisti non potranno godersi una delle aree più belle di Como. E anche se il sindaco si sente Superman, fino ad ora sembra più un cosplay mal interpretato”.
“Da questa vicenda emerge chiaramente – aggiungono – l’incapacità dell’assessore competente – Chiara Bodero Maccabeo – nel valutare la situazione. Oltre che un fallimento dell’Amministrazione, che millanta di riuscire a tenere tutto nelle proprie mani, salvo poi dimostrare i propri evidenti limiti. È giunto il momento – concludono – che l’assessore si prenda le proprie responsabilità e dia le dimissioni”.