“L’azienda ci aveva chiesto una proroga di 74 giorni, fissando la fine del cantiere al prossimo 24 aprile. È evidente, invece, che la situazione ai giardini a lago è ben diversa” e il ritardo nella consegna è inevitabile. A dirlo è il primo cittadino comasco, Alessandro Rapinese, che a Etg+ Sindaco ha ricordato: “Il 20 marzo abbiamo avuto un confronto per definire una fotografia esatta della situazione”, rispetto a quanto messo nero su bianco nel contratto, e “questa settimana abbiamo avuto un altro incontro. L’azienda si è riservata del tempo per verificare i documenti”.
Poi l’ultimatum del sindaco e quella data che molti comaschi hanno già appuntato sul calendario: “Io mi aspetto un passo considerevole per sbloccare la situazione entro il 7 aprile”, ha annunciato Rapinese. “Il confronto tra imprese e Palazzo Cernezzi deve esaurirsi entro questa scadenza”, qualsiasi sia l’esito definitivo. Insomma, il Comune di Como ora si trova davanti a un bivio e le strade aperte possono essere diverse: proseguire con la stessa azienda, a fronte di tempi certi e con l’auspicio – questa volta – che il nuovo cronoprogramma sia rispettato, oppure separarsi.
Quel fatico lunedì 7 aprile, quindi, è “il termine ultimo” fissato dal sindaco Rapinese: soltanto allora si saprà quale sarà il destino dei giardini a lago, ora ridotti a un cumulo di scavi e con troppi pochi operai al lavoro. “Sono aperti tutti gli scenari: a decidere non sarà una volontà, ma il rispetto della legge. Chi ha sbagliato, nel caso, deve pagare”.
Duro l’affondo del Partito democratico di Como: “Siamo in primavera, si inizia a vedere la stagione turistica. E noi, come siamo messi? Tutto per aria. Arriva l’Anniversario della Liberazione. Il monumento alla resistenza europea? Ingabbiato”. Poi le critiche rivolte all’amministrazione comunale: “Svegliatevi! La città non si può fermare per la vostra incapacità”.
Migliore, invece, la situazione sul lungolago. La pista ciclabile è terminata e interamente utilizzabile. Completati anche marciapiede e arredi urbani. Paratie abbassate, ma ancora nessuna notizia sui parapetti di prova attesi – teoricamente – per la fine di marzo.