La procura di Monza ha aperto un’inchiesta per presunti abusi sessuali su minori a carico di don Samuele Marelli, 48 anni, originario di Novedrate, sacerdote della Diocesi di Milano. Ex direttore della Fondazione Oratori Milanesi, era poi stato nominato vicario della congregazione Giovanni Paolo II di Seregno, in Brianza e coordinatore delle attività pastorali giovanili di sei parrocchie.
Il sacerdote un anno fa è stato sospeso dalla Curia milanese da tutte le attività. Nei suoi confronti era stato avviato un procedimento al Tribunale Ecclesiastico Lombardo, che si dovrebbe pronunciare a breve.
L’indagine sarebbe partita dalla segnalazione delle famiglie di alcuni giovani che frequentavano l’oratorio di Seregno. Avrebbero riferito di comportamenti inappropriati e molestie subite da parte del religioso.
La Diocesi di Milano in una nota ha ricostruito i fatti. “Durante le festività natalizie del dicembre 2023 sono giunte formalmente all’Ordinario diocesano alcune segnalazioni di comportamenti non appropriati da parte di don Marelli rispetto al proprio ministero di sacerdote e al proprio ruolo di educatore. Subito, a titolo prudenziale, si è ritenuto di chiedergli di allontanarsi da Seregno e di sospendere qualunque attività pastorale, per procedere poi a una verifica di queste segnalazioni, per quanto compete all’autorità ecclesiastica, secondo le normative canoniche”.
“Già dal mese di febbraio 2024 è stata avviata la cosiddetta indagine previa – prosegue la nota – i cui atti sono stati inviati al Dicastero per la Dottrina della Fede. Nel mese di giugno 2024, secondo le indicazioni ricevute dalla Santa Sede, il Tribunale ecclesiastico regionale lombardo ha avviato il processo canonico in primo grado di giudizio, la cui conclusione è prevista nelle prossime settimane. A coloro che hanno segnalato i fatti è stato ricordato che era loro garantita la possibilità di presentare denuncia anche in sede statale”. “Nelle scorse settimane il Consiglio pastorale è stato informato sulla vicenda – conclude la nota – La parrocchia, l’Arcivescovo con i suoi collaboratori e l’intera comunità diocesana sono vicini alle persone coinvolte”.