(ANSA) – GENOVA, 27 MAR – "Abbiamo litigato dalle 19 alle 19.30. Lei mi ha dato un calcio e quando sono caduto le ho tirato i piedi. Lei è caduta e ha sbattuto la testa contro il Pata Puta (un blocco di pietra usato per macinare le spezie, ndr) ed è morta". Così Ahmed Mustak, 44 anni, nel corso del suo esame nel processo in cui è accusato di avere ucciso il 6 marzo 2023 a Genova la moglie Sharmin Sultana, di 32 anni, e di avere fatto passare il femminicidio per un suicidio. L’uomo aveva poi cambiato versione nel 2024 dicendo che era stato un incidente. "Dopo che ha sbattuto la testa ha iniziato a perdere tanto sangue. Io ho pulito per venti minuti. Poi l’ho toccata e ho capito che non respirava più, aveva gli occhi aperti. Non ho chiamato i soccorsi perché ho avuto paura, nessuno mi avrebbe creduto". Mustak, difeso dall’avvocata Vittoria Garbarini, ha spiegato che uno dei figli ha visto la mamma a terra "ma li ho mandati in camera. Alle 21 non avevano ancora mangiato così, con il corpo di mia moglie a terra, ho preparato delle uova e il riso e l’ho portato ai bimbi in camera. Poi ho pulito di nuovo a terra". Il resto del racconto ha riguardato le ore successive e la decisione, presa all’alba, di buttare il corpo della moglie dalla finestra dopo averlo trascinato con una sciarpa. Agli investigatori disse che si era uccisa ma anche grazie alle testimonianze dei figli emerse l’ipotesi dell’omicidio. Per l’accusa, sostenuta dal pm Marcello Maresca, si tratta invece di un omicidio volontario: Mustak avrebbe ammazzato la moglie, con cui già da sette mesi c’erano cattivi rapporti, perché lei stava sui social e aveva un colloquio di lavoro il giorno in cui è stata trovata morta. Prima di lui hanno testimoniato una delle più care amiche di Sharmin che ora vive in Svezia, da dove si è collegata in video. "Ci sentivamo spesso e lei mi disse che ogni tanto litigava con il marito per le spese". Quando provò a contattare l’amica vedendo che non rispondeva si preoccupò: "Mustak mi disse che si era suicidata. Ma non mi fidai e contattai la polizia e il centro antiviolenza. Ero molto preoccupata e volevo sapere come era morta. Il marito sapeva del colloquio e non voleva". (ANSA).