Ruspe in azione e operai a lavoro, ma sono ancora troppo pochi e i lavori – così – procedono a rilento. Mentre il lungolago di Como vede la fine, dopo 17 anni di cantiere, la situazione dei giardini a lago è ben diversa. Il termine dei lavori era slittato a fine aprile, ma il dietrofront del sindaco Alessandro Rapinese cambia le carte in tavola.
Per farsi un’idea basta guardare al di là delle reti da cantiere. È iniziata la costruzione della cosiddetta “battery”, la zona commerciale che conterrà bar, bagni, spazio lettura e piccola area espositiva. Tuttavia, per il momento, della struttura si vede soltanto lo scheletro (e nessun operaio al lavoro). Lavori in corso, intanto, lungo viale Filippo Corridoni e Mafalda di Savoia. La pista ciclabile è terminata e interamente utilizzabile. Sul lungolago completati marciapiede e arredi urbani, mentre una parte delle paratie è ancora alzata per effettuare interventi di manutenzione.
La corsia dedicata al trasporto pubblico non è più off limits: la fermata dei bus Lungolario Trento, inizialmente soppressa fino a fine febbraio e poi prorogata fino al 19 marzo, è stata riaperta e rifatta la segnaletica stradale orizzontale.
Ancora nessuna notizia, invece, sui parapetti di prova attesi per la fine di marzo. Si tratta del campione richiesto dalla Soprintendenza. Attualmente lungo la nuova passeggiata sono posizionate delle semplici reti da cantiere. I parapetti storici con i timoni non sono più a norma e le nuove barriere, quindi, dovranno rispondere alle normative di sicurezza. Ai giardini a lago intanto gli operai sono al lavoro, ma sono evidentemente troppo pochi. Scavi, vegetazione incolta e rifiuti qua e là: molti comaschi non ci stanno e sperano che i tempi vengano presto accelerati.