(ANSA) – ROMA, 25 MAR – In un sistema televisivo "sempre più multipolare, con un mercato frammentato, dinamico e competitivo", c’è "un’integrazione sempre maggiore tra il broadcaster tradizionale e le diverse piattaforme di streaming". È quanto emerge dall’Annuario 2024 della tv italiana e dai primi numeri del 2025, illustrati nell’incontro Multipolarità. Televisione e streaming verso il mercato maturo – Annuario 2024 della TV italiana’ nella Sala degli Atti Parlamentari – Biblioteca del Senato "Giovanni Spadolini", su iniziativa di Assocomunicatori e con il patrocinio di Agcom. L’Annuario della tv italiana "conferma che siamo nel pieno di una trasformazione profonda – commenta la presidente della commissione di Vigilanza Rai Barbara Floridia -. Il servizio pubblico ha bisogno di risorse stabili e certe. Serve un’informazione di qualità, che educhi anche al digitale e per tutto questo c’è bisogno con urgenza di una riforma". Oggi come fruitori "siamo confusi tra un editore accreditato e l’informazione che arriva a tempesta in maniera pervasiva dal telefono". Dopo lo stallo di settimane in Vigilanza, Floridia sottolinea che la riforma del servizio pubblico "non è in atto perché la maggioranza ha deciso che non si deve fare. Io con grande fatica sto cercando di sbloccare la commissione di Vigilanza ma fanno mancare il numero legale. Se la situazione non cambia – avverte la presidente – dovrò rivolgermi al presidente della Repubblica". Guardando ai numeri, il curatore degli annuari (realizzati in collaborazione con Auditel, ApA, Sensemakers, Comscore, Nielsen, UPA, Confindustria Radio Televisioni, eMedia), Massimo Scaglioni, docente di Storia ed economia dei media e direttore de Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, anticipa anche qualche dato del 2025. Si contano 20,7 milioni di tv connesse, un incremento di 2,4 milioni di apparecchi sull’anno precedente, per una reach mensile di 34 milioni di individui. Complessivamente l’Italia si conferma un unicum a livello internazionale, con un tempo di visione media giornaliero che si attesta a 3 ore e 24 minuti. Emerge un mercato sempre più articolato, con una crescente rilevanza dei "terzi poli" alle spalle del tradizionale "duopolio" Rai-Mediaset. (ANSA).