Il nuovo stadio di Como e l’ampliamento della capienza dell’attuale struttura sono stati al centro dell’attenzione in municipio nella riunione della commissione assetto del territorio.
Riunione in cui non sono mancati motivi di scontro con le opposizioni, in particolare sulla questione del nome dell’impianto. Il consigliere d’opposizione di Svolta Civica Vittorio Nessi ha infatti fatto notare che si ipotizza un possibile cambio del nome dello stadio, dopo la ricostruzione completa.
Tema che in teoria era già stato sdoganato dal sindaco Alessandro Rapinese e dal presidente del Como, Mirwan Suwarso, in occasione della conferenza stampa di presentazione del progetto. “Il nome dello stadio sarà per sempre Giuseppe Sinigaglia” avevano sottolineato.
Non soltanto, lo scontro è stato anche sulla riservatezza del documento a cui Nessi ha fatto cenno. Lo stesso consigliere di Svolta Civica in un comunicato ha sottolineato che “laddove si ritenesse violato un obbligo di segretezza, i primi a violarlo sarebbero stati proprio gli amministratori stessi, che hanno presentato pubblicamente il progetto per il nuovo stadio il 4 febbraio 2025”.
Ma, nella sostanza, si cerca ora di capire se il futuro stadio potrà o meno cambiare il nome che porta dal 1927, Giuseppe Sinigaglia appunto. Un campione di canottaggio, che nel 1914 fu capace di vincere a Henley, in Inghilterra, una regata che all’epoca valeva come un Mondiale, primo straniero ad ottenere quel successo.
Una riunione, quella della commissione, che ha portato con sé ulteriori polemiche. Lo conferma il comunicato del capogruppo del Pd Stefano Legnani, che scrive: “È inaccettabile quanto successo ieri nella commissione consiliare sul tema della riqualificazione dello Stadio Sinigaglia. Ancora una volta abbiamo assistito a una totale chiusura del sindaco, anche di fronte a un tema così importante. Pur interessando una zona rilevante della nostra città dal punto di vista paesaggistico, monumentale, storico e non solo, ha espressamente dichiarato di non volere aprire un dibattito pubblico con la città. Cosa che, peraltro, aveva dichiarato di fare lo stesso Como 1907 nella conferenza stampa di presentazione. Inoltre, invocando una riservatezza che non ha ragione di sussistere, considerato che il progetto è stato reso pubblico sui vari organi di informazione, e affermando che quest’ultimo è ancora in fase di valutazione, si è rifiutato di rispondere alle domande di chiarimento dei consiglieri su aspetti estremamente rilevanti per la città e i cittadini, come mobilità, accessibilità, parcheggi, tariffe dell’autosilo, altezze dello stadio, durata della concessione, ma anche la possibilità di utilizzarlo gratuitamente per eventi promossi dal Comune, come avviene per Villa Erba. Un fatto grave, che impedisce il confronto su un progetto che impatterà significativamente sulla città e sulle prossime generazioni”.