Scuola secondaria di primo grado Giuseppe Parini, in via Gramsci, vicinissima al centro, accanto alla questura e a pochi passi dalla croce rossa. La strada è a due corsie, ma sono molte le auto di genitori e nonni, in attesa di figli e nipoti, che parcheggiano (si fa per dire) sul lato destra della carreggiata, causando più di qualche ingorgo.
Tante macchine, tanti ragazzi e troppi pochi posti auto. Che a Como trovare un parcheggio non sia proprio un gioco da ragazzi è innegabile, ma il copione che va in scena ogni giorno, all’orario di ingresso e di uscita degli studenti, è una cattiva abitudine continuamente motivata dalle solite giustificazioni. E intanto la situazione non cambia. Così ogni giorno in redazione arrivano messaggi di cittadini esasperati, foto che immortalano i furbetti dei parcheggi e chiamate di gente che, ormai, ha perso ogni speranza. È la solita questione all’italiana: tutti sanno che c’è un problema, ma nessuno fa qualcosa per risolverlo. Tutti sanno che si arreca un disagio agli altri, ma tutti – al contempo – si rifugiano dietro quel “però” che sembra scaricare da sé qualsiasi responsabilità.
Basterebbe lasciare l’auto un po’ più distante e sforzarsi di fare qualche passo in più, a piedi, per raggiungere l’istituto e recuperare figli e nipoti. Qualcuno chiede la presenza dei vigili urbani. Al momento, però, la polizia locale fuori dalla scuola media di via Gramsci non è presente, mentre c’è davanti ad altri istituti, come in via Giussani. Le auto, quindi, sono in sosta sul marciapiede o a bordo strada e il caos è tangibile. Talvolta, si occupano le strisce pedonali o – peggio – si ostacolano le uscite dei mezzi di soccorso e della polizia.