Da scuola dell’Infanzia a monumento dimenticato, da luogo di istruzione alla candidatura a luogo del cuore del FAI, ed è proprio grazie al Fondo Ambiente Italiano che ora riaprirà, parzialmente e temporaneamente, in occasione delle Giornate di Primavera, sabato 22 e domenica 23 marzo dopo quasi sei anni.
Un passato glorioso, un presente immeritato e un futuro tutto da definire per l’Asilo Sant’Elia di Como. Nel dibattito su quel che potrà essere c’è chi sostiene che dovrebbe tornare alla funzione educativa per cui è stato realizzato, nel tempo si è pensato di farlo diventare uno spazio di studio per architetti e pedagogisti per riunire le due anime dell’edificio, ora si spinge per trasformarlo in un museo di se stesso, anche perché le attuali normative richieste per gli edifici scolastici imporrebbero una serie di adeguamenti che rischierebbero di impattare e non poco sul capolavoro cittadino. Strade diverse che cercano una convergenza, intanto, però, la realtà è tristemente nota.
Monumento simbolo del razionalismo a Como, progettato dall’architetto Giuseppe Tarragni, è stato inaugurato nel 1937 con l’obiettivo di creare un ambiente nuovo, legato alla natura circostante, esposto e orientato affinché fossero garantiti ventilazione e illuminazione naturale, grazie alle grandi superfici vetrate che permettono un dialogo tra l’esterno e l’interno Ha ospitato i piccoli alunni fino al 2019, poi la chiusura per una serie di lavori non più rinviabili: dai controsoffitti agli aggiornamenti necessari in materia di antincendio. Dopo i primi interventi arrivò il successivo stop e il contenzioso legato – si era detto – “all’improprietà di alcune lavorazioni”.
L’edificio è vincolato e la Soprintendenza a tutt’oggi è al fianco del Comune nelle fasi di valutazione e decisione. In tempi recenti altri studenti, decisamente più grandi di quelli ospitati fino alla chiusura, hanno varcato l’ingresso, si tratta degli universitari del Politecnico di Milano, chiamati a ricomporre le vicende architettoniche dell’opera. Rilievi, indagini e idee progettuali per il rilancio che sono ancora in fase di definizione. Una relazione dell’ateneo era attesa per l’inizio del 2025.
Negli ormai quasi 6 anni di chiusura la struttura di via dei Mille-angolo via Alciato ha visto spegnersi e riaccendersi le speranze, ed è diventata, suo malgrado, simbolo di un patrimonio dimenticato e da valorizzare. I segni del tempo si sono fatti più evidenti, lo spazio esterno è arrivato ad “ospitare”, si fa per dire, senzatetto e disperati che hanno trovato un angolo per ripararsi. Il sogno nel cassetto del quartiere, della città, ma l’interesse supera decisamente i confini provinciali e regionali, è di riaprire le porte dell’Asilo e garantire che restino aperte a lungo. Intanto, chi vorrà, potrà tornare a mettere piede all’interno nella due giorni del FAI. I visitatori, accompagnati dagli Apprendisti Ciceroni delle scuole superiori, potranno accedere eccezionalmente ai locali interni e al giardino esterno per comprenderne gli aspetti architettonici progettati da Terragni, dimenticare – per qualche istante – lo stato in cui versa e di nuovo sognare un futuro per l’edificio.