23 maggio 2015: inaugurazione del primo lotto della tangenziale di Como, il collegamento da Villa Guardia a Camerlata, 300 milioni di euro, compreso nel sistema Autostrada Pedemontana. Taglio del nastro, primo passaggio delle auto d’epoca e una volontà politica chiara: completare l’opera, anche se sulle risorse economiche già allora mancavano le certezze.
A distanza di due lustri il progetto del secondo lotto, che estenderebbe l’infrastruttura fino ad Albese con Cassano, è rimasto un miraggio, così come le coperture finanziarie.
“Prioritario” ma ad oggi in stand by
Definito “prioritario” a livello locale e regionale, è probabilmente questo il sogno nel cassetto, dal punto di vista viabilistico, che il territorio comasco si augura non diventi un sogno infranto. Ciclicamente l’argomento torna al centro del dibattito. Riunioni e tavoli ribadiscono la necessità del completamento per dare un senso al primo lotto e cioè ai primi 3 chilometri di strada sui quali dal primo novembre del 2015 è entrato in vigore il pedaggio. Pedaggio che, come recentemente annunciato dalla Regione, dal primo aprile vedrà uno sconto del 50% per gli automobilisti che la percorrono abitualmente. Una sperimentazione temporanea che segue quella avviata lo scorso primo marzo sulla tangenziale di Varese, anch’essa compresa nella Pedemontana.
Gli ultimi aggiornamenti
Al netto di questo passaggio, che potrà alleggerire la spesa dei comaschi, resta il nodo dello sviluppo dell’opera. L’ultimo aggiornamento è arrivato non più tardi di qualche mese fa, a dicembre 2024, in seguito ad un rovente botta e risposta politico tra due esponenti del territorio: l’assessore regionale Alessandro Fermi e il consigliere regionale del PD Angelo Orsenigo. Quest’ultimo aveva spiegato che togliendo dall’aggiornamento del piano territoriale regionale i vincoli di programmazione urbanistica per i comuni interessati dal passaggio, che erano volti a preservarne le condizioni di realizzabilità tecnica ed economica, il secondo lotto, di fatto, non esisteva più. La replica era arrivata a stretto giro con l’assessore che aveva risposto che il secondo tratto per come previsto originariamente nel progetto Pedemontana, era stato stralciato per i costi insostenibili e perché difficilmente sarebbe stato realizzato nella concessione autostradale, ma era stato sostituito da un nuovo tracciato che Regione aveva domandato di inserire nelle richieste di finanziamento prioritarie di Anas. Aprendo, quindi, un nuovo capitolo nel tentativo di arrivare ad una compartecipazione tra Stato e Regione per le risorse.
Un capitolo che, attualmente, è ancora tutto da scrivere.