“Sant’Elia come Palazzo Terragni, deve essere museo di sé stesso. Non può tornare a essere asilo. Non ha senso. Deve rimanere quello che è”. A dirlo è il consigliere regionale di Forza Italia ed ex assessore alla Cultura di Como, Sergio Gaddi, che risponde alla proposta del presidente nazionale del Fai, Marco Magnifico.

l futuro dell’ex asilo Sant’Elia, storica struttura razionalista di Como e capolavoro di Giuseppe Terragni, per Gaddi è chiaro: “L’ipotesi è che sia museo di sé stesso, integro nella sua struttura architettonica“, ha detto ai nostri microfoni. “Poi – ha sottolineato ancora l’ex assessore – può diventare sede di archivi, centro studi ed esposizioni temporanee, sempre senza modificarne la struttura, esattamente come l’ex Casa del Fascio, che oggi ospita la Guardia di Finanza, che la preserva e – allo stesso tempo – è mantenuta uguale a sé stessa, a quando venne progettata e realizzata. La stessa cosa deve succedere all’ex asilo Sant’Elia: deve rimanere quello che è“, ha concluso Gaddi.
Insomma, da parte del consigliere regionale un no assoluto all’ipotesi di riaprire il Sant’Elia, chiuso dal 2019, e renderlo – di nuovo – una scuola dell’infanzia. “Renderlo asilo – spiega Gaddi – significherebbe adeguarlo a normative che lo stravolgerebbero. Si tratta di normative di sicurezza ed edilizia scolastica, che servono perché un asilo venga realmente usato dai bambini. Tutto ciò, però, farebbe perdere quella natura perfetta e quella bellezza per la quale è noto. Ha più senso che diventi un monumento”, sentenzia Gaddi. “Anche solo pensare di cambiare gli infissi e i corpi illuminati significherebbe renderlo un’altra cosa da ciò che è. È un capolavoro e come tale va rispettato. Il modo migliore per tutelarlo è far sì che rimanga integro”..