Rapine, minacce, aggressioni a coetanei e non, atti di bullismo. Episodi che sempre più spesso vedono protagonisti e vittime i giovani se non i giovanissimi, poco più che bambini. Un fenomeno che vede quotidianamente impegnate sul campo per il contrasto e la prevenzione le forze dell’ordine.
“E’ un fenomeno generazionale – ha spiegato il questore di Como, Marco Calì – che ha registrato un’esplosione dopo il Covid. Le baby gang sono gruppi più strutturati, con una base organizzata, un leader. In questi casi, invece, si tratta di gruppi fluidi, cangianti, e in questo i social hanno un ruolo fondamentale. Il vero problema – ha proseguito il questore – è che sono giovani che hanno alle loro spalle delle situazioni di deficit familiare ed educativo. La risposta, quindi, oltre a essere quella di prevenzione e quella giudiziaria, richiede una progettualità di lungo periodo che intercetti in qualche modo il loro grido d’allarme e gli fornisca un’alternativa. Se la famiglia è assente, probabilmente nella logica del branco questi ragazzi trovano un modo per realizzarsi e anche per deresponsabilizzarsi”.