Intra, colpito in faccia con un monopattino e rapinato del cellulare, presa la baby gang. Avellino, baby gang profana la statua di Padre Pio. Baby gang provoca una rissa a Serra San Bruno, dieci avvisi orali e altrettanti Daspo Willy. Maxi rissa tra baby gang a Napoli, divieto di dimora pe tre 19enni.
Da nord a sud, notizie di cronaca degli ultimi giorni scelte a caso tra le tante che, quasi quotidianamente, portano sotto i riflettori giovani e giovanissimi in chiave negativa. Ragazzini, spesso minorenni, che si rendono protagonisti di episodi di vandalismo o di veri e propri reati. Rapine, aggressioni a coetanei e non, atti di bullismo. Violenze in molti casi spiegate con quelli che vengono abitualmente definiti futili motivi. In altre parole, per nulla.
Per mostrare quanto la piaga sia radicata e diffusa, è sufficiente citare la maxi operazione portata a termine pochi giorni fa dalla polizia di Stato in tutta Italia. Un’operazione su scala nazionale per il contrasto alla criminalità giovanile. Il bilancio finale è di 142 ragazzi, 29 dei quali minorenni, denunciati per ricettazione, possesso di armi, detenzione di droga. Impegnati, contro quelli che in molti casi erano poco più che bambini, mille poliziotti.
Baby gang, un’espressione che nell’ultimo periodo è sostituita da un altro termine, maranza, non equivalente ma utilizzato comunque per raccontare una realtà giovanile fatta prima da un look e da un modo di mostrarsi e apparire e poi da un atteggiamento che, in alcuni casi, può degenerare nella violenza, nell’illegalità. In quella delinquenza giovanile che interroga gli adulti ma che intanto, nel concreto, fa paura, nelle grandi città come nelle realtà di paese.
Como e il territorio provinciale non fanno eccezione. L’elenco degli esempi da citare sarebbe tristemente lungo. Due luoghi su tutti, per rendere l’idea: piazza Volta, nel cuore del capoluogo lariano e piazza Garibaldi, centro di Cantù. Gli ultimi episodi raccontano di un turista picchiato brutalmente per una sigaretta, di un giovane accoltellato per un apprezzamento non gradito, di un altro ferito per una parola di troppo. Il Comitato provinciale di ordine e sicurezza pubblica ha più volte posto l’attenzione a questa realtà, disponendo controlli potenziati, una presenza pressoché costante delle forze dell’ordine a blindare le zone più a rischio e ipotizzando anche l’istituzione di zone rosse.
Prevenzione e repressione per garantire sicurezza e vivibilità di città e paesi. Interventi che non possono non essere affiancati da una riflessione più ampia quando si parla di devianza o delinquenza giovanile. Che si chiamino bulli, baby gang o maranza.