(ANSA) – MILANO, 10 MAR – Soffre di una grave e "terribile" malattia, "che mi è stata diagnosticata 10 mesi fa", ma "per quattro volte il carcere ha scritto al Tribunale dicendo che ho ricevuto cure mediche e invece io non le ho ricevute", in particolare non sarebbero stati eseguiti alcuni accertamenti medici. Lo ha detto in aula Dmitry Chirakadze, aristocratico russo con legami con funzionari e oligarchi di Mosca, a processo a Milano con l’accusa di essere stato il "coordinatore" dell’evasione, nel marzo 2023, dell’imprenditore Artem Uss che si trovava a Basiglio, nel Milanese, in attesa dell’estradizione negli Stati Uniti. Gli avvocati Tatiana Della Marra e Federico Sinicato, legali del 54enne, detto Dima, detenuto ad Opera e arrestato nel giugno 2024, hanno chiesto alla giudice della settima penale, Ombretta Malatesta, la "autorizzazione ad un ricovero al San Raffaelle" per tutte le attività di screening necessarie "o in via subordinata per appuntamenti singoli" per gli accertamenti, sempre al San Raffaele. Il pm Giovanni Tarzia ha fatto notare, invece, che non si può partire dal "presupposto", come ha sostenuto l’imputato, che le "diagnosi e le cure erogate dal San Paolo", ossia l’ospedale milanese che offre l’assistenza sanitaria ai detenuti di Opera, "non siano attendibili e corrette". Alla fine della discussione la giudice, la quale ha precisato che "non si può dire che ci sia un rifiuto di effettuare le cure", ha stabilito, comunque, che "appare necessario comprendere quali difficoltà siano state riscontrate negli accertamenti medici urgenti" e per questo ha chiesto al carcere di Opera e al personale dell’ospedale San Paolo di fornire chiarimenti "entro domani" al Tribunale sugli esami sanitari, sui tempi e sulle modalità di esecuzione. Oggi dovrebbe essere sentito in aula come teste un altro dei componenti del "commando" che aiutò Uss nella fuga e che ha patteggiato dopo l’arresto, ossia lo sloveno Matej Janezic. (ANSA).