La riforma fiscale pone molti dubbi e la prima dichiarazione dei redditi dei “nuovi” frontalieri, cioè coloro che hanno iniziato a lavorare in Svizzera dopo il 17 luglio del 2023, si avvicina. Numerose le richieste di chiarimento arrivate nei CAF (i centri di assistenza fiscale) della Uil, oltre 200 nelle ultime settimane come spiegato da Luca Gaffuri, presidente del Caf Uil Lombardia.
Se, infatti, fino alla data della nuova legge la tassazione era fatta al 100% dal paese in cui i lavoratori prestano la loro opera, adesso il prelievo fiscale sarà ancora per l’80% nel paese dove sono impiegati, mentre il restante avverrà in Italia, prevista una serie di garanzie che consentiranno sgravi e benefit. I Caf della Uil di Como, Cantù, Mariano Comense e Erba (prossimamente apriranno anche le sedi di Binago, Olgiate Comasco e un’altra sul lago), stanno già ricevendo i frontalieri e rispondendo ai loro dubbi. Allo scopo di essere “a servizio delle persone” ha sottolineato Dario Esposito, coordinatore della Uil del Lario. Anche perché, come è stato spiegato, ogni lavoratore ha il suo “abito” e ogni situazione va analizzata nel dettaglio.
Tra i numerosi temi fiscali rimane ancora aperto quello della tassa della salute su cui è stato precisato dal sindacato: “Regione Lombardia pretende che si paghi in Italia mentre i frontalieri pagano direttamente in Svizzera”.