Frontalieri in calo in Canton Ticino. Secondo i dati relativi al quarto trimestre 2024 diffusi dall’Ufficio Federale di Statistica, sono 78.683 i frontalieri in Ticino, ma è da segnalare – in particolare – il calo registrato rispetto al trimestre precedente, pari allo 0,8% in meno. I numeri sono in diminuzione anche se confrontati con lo stesso periodo del 2023 (-1,1%)
Alla fine di dicembre, i lavoratori frontalieri con permesso G – in larga parte comaschi – che ogni giorno si recano nel cantone di lingua italiana hanno superato quota 78mila. Erano 79.303 nel trimestre precedente. In totale, invece, gli italiani che lavorano in Svizzera sono oltre 91mila, un dato che appare in diminuzione se rapportato ai mesi di luglio, agosto e settembre 2024, quando i lavoratori italiani impegnati in Svizzera erano 92.792.
A fine dicembre, il numero complessivo di lavoratori stranieri nella Confederazione ha sfiorato i 407mila, in aumento del 2,9% in un anno e dello 0,8% rispetto al trimestre precedente. La maggior parte proviene dalla Francia. Seguono i frontalieri domiciliati in Italia, sebbene siano in calo, poi in Germania, Austria e Liechtenstein. Sono soprattutto uomini i lavoratori che ogni giorno varcano il confine. La maggior parte, inoltre, è impegnata nel settore terziario, quindi nel commercio e nei servizi. Segue il settore secondario, cioè dell’industria e delle costruzioni, in leggero calo però rispetto ai tre mesi precedenti. Soltanto una minima parte, infine, lavora nell’agricoltura e nell’allevamento.
In cinque anni il numero di frontalieri ha registrato un incremento superiore al 20%, ma spicca il segno meno davanti ai frontalieri italiani, che sono in calo sia rispetto al trimestre precedente(-1,4%) sia se confrontati allo stesso periodo del 2023 (-1,6%).
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Se la responsabilità sia da attribuire al nuovo regime fiscale non è ancora dato a sapere, ma è certo che il nuovo accordo tra Italia e Svizzera – e la suddivisione tra “nuovi” e “vecchi” frontalieri – ha creato più di qualche differenza a livello fiscale. A cui si aggiunge, ora, la polemica sulla tanto discussa tassa sulla salute.