Rallenta l’industria comasca: gli indicatori associati a domanda, attività produttiva e fatturato appaiono in diminuzione. Il raffronto con i livelli della seconda metà del 2023 rivela una decelerazione media di due punti percentuali. Il quadro emerge dall’analisi dell’Osservatorio di Confindustria Como e Confindustria Lecco e Sondrio sul II Semestre 2024.
Le realtà comasche sono molto attive sui mercati internazionali: nella seconda metà dello scorso anno, l’export ha pesato per quasi un terzo delle vendite complessive. Il primo mercato è quello dell’Europa occidentale. Seguono gli Stati Uniti e l’Est Europa. Si continuano a riscontrare criticità legate alle catene di fornitura: il 29,7% del campione analizzato ha evidenziato un’estensione dei tempi necessari ad ottenere le principali materie prime, il 15,4% ha ricevuto dai propri fornitori quantità di merci inferiori al fabbisogno richiesto a causa della scarsità di alcuni materiali e il 14,5% ha riscontrato un peggioramento della qualità. La fase di rallentamento non ha impedito però alle imprese comasche di proseguire negli investimenti e nei progetti per lo sviluppo aziendale. Tra luglio e dicembre 2024 lo scenario occupazionale si è rivelato sostanzialmente stabile e lo è anche quello previsto per i primi sei mesi del 2025, ma le aziende continuano a segnalare difficoltà nel reperimento di personale con competenze tecniche e ad elevata qualifica.
“Le industrie dei nostri territori stanno soffrendo un prolungato periodo di decelerazione. – commenta il presidente di Confindustria Como, Gianluca Brenna – La manifattura sta risentendo della forte frenata della Germania e della minor esportazione verso la Cina. In particolare, soffrono le aziende del settore tessile che pagano il forte calo degli acquisti anche nell’ambito del lusso e le imprese legate all’automotive. Permangono alcune criticità sul fronte dell’approvvigionamento delle materie prime ma l’aspetto più critico, in particolare per le aziende energivore, riguarda i costi dell’energia ancora una volta in forte aumento. Il semestre che ci siamo lasciati alle spalle non è stato facile, – conclude Brenna – ma c’è una leggera aspettativa di miglioramento per quest’anno. È indispensabile una politica industriale europea che rilanci l’economia”.