Lo scossone che ha investito lo Yacht Club di Como approda anche in consiglio comunale con una doppia interrogazione del consigliere di Svolta Civica, Vittorio Nessi, che chiede conto sia delle dimissioni che della gestione da parte del sodalizio, concessionario di una struttura comunale cioè la storica sede di viale Puecher. Lo scorso settembre a pochi mesi dalla loro elezione – è noto – sono decaduti il presidente Silvio Santambrogio e il consiglio dopo che avevano lasciato quattro consiglieri e il tesoriere.
Dopo una fase di transizione è subentrato un nuovo direttivo guidato da Gioacchino Favara. Ne parlavamo qui.
Ad aprire la crisi una serie di problematiche e accertamenti di carattere fiscale. Nel mirino la prevalenza, negli ultimi anni, di attività di carattere commerciale rispetto a quella sportiva del club di motonautica e vela. Il consigliere Nessi in aula ha ripercorso alcuni dati e ha chiesto conto all’amministrazione della concessione degli spazi. “Dalla documentazione consegnata (si vedano i due bilanci) – spiega il consigliere comunale comasco di Svolta Civica – emerge che l’associazione ha svolto attività commerciale per 1milione/1 milione e mezzo di euro a fronte di investimenti per 10mila euro per la vela e circa 100mila per la motoristica, c’è uno sbilancio evidente” aggiunge Nessi che chiede conto del permanere delle condizioni che danno luogo alla concessione di un edificio pubblico di pregio in virtù del ruolo stesso dell’associazione. “Per l’associazione, dato il ruolo sociale, è previsto uno sconto del 50% a fronte delle spese sostenute per lo sviluppo dello sport velico e motoristico” chiarisce ancora, articoli alla mano, il consigliere d’opposizione.
Dopo un botta e risposta rovente sul tema il primo cittadino Alessandro Rapinese ha chiarito che “non è responsabilità del sindaco il controllo della singola operazione di concessione” e che la materia è di competenza del dirigente comunale Valentino Chiarion che sta svolgendo gli accertamenti necessari.