Per migliaia di comaschi è il ricordo felice e spensierato degli anni della scuola. Prima ancora ha accolto centinaia di bambini rimasti senza genitori e in attesa di una famiglia. Oggi, l’area della ex Baden Powell, tra via Dante e via Tommaso Grossi, è solo uno dei complessi abbandonati del capoluogo lariano. Un edificio in disuso diventato uno dei simboli di degrado e immobilismo. Una delle tante zone strategiche della città in attesa di futuro.
Acquistato dal Comune di Como dalla Diocesi nel 1970, da anni ormai il compendio è in stato di totale abbandono. Vani, almeno fino a oggi, i ripetuti tentativi di più amministrazioni comunali di vendere l’area. Ci ha provato la giunta di Mario Lucini, poi quella di Mario Landrisicna, Ora è il turno dell’esecutivo di Alessandro Rapinese. Un’asta dopo l’altra, il valore del compendio è sceso nel tempo da 10 milioni di euro a poco più di 7. Ancora nessuno però si è fatto avanti, mentre l’ex orfanotrofio è stato blindato.
Prima che l’area venisse blindata nel tentativo di impedire gli accessi, la ex Baden Powell era diventata un rifugio per immigrati e persone senzatetto. Gli spazi dell’ex orfanatrofio erano stati trasformati in dormitori improvvisati, con problemi anche sul fronte della sicurezza. Fino alla decisione di chiudere definitivamente il compendio.
Nel tempo, non sono mancati neppure i tentativi di far rinascere l’area. Il più concreto, nel 2011 era stato un progetto del Comune e di Univercomo per realizzare alloggi per gli studenti universitari. Un sogno che sembrava davvero possibile, poi naufragato perché gli atenei e gli enti coinvolti hanno preferito percorrere altre strade. Da allora, l’unica strada tentata è stata quella della vendita. L’ultimo bando è ancora aperto e, anzi, nella speranza di ricevere offerte sono stati anche prorogati i termini per chi volesse farsi avanti. La nuova scadenza è fissata per il 14 aprile. Almeno fino a quel giorno, è lecito attendere che ci sia un privato interessato a investire sull’ex orfanotrofio.