Il bidello del Setificio di Como accusato di violenza sessuale su due studentesse di 15 e 17 anni è stato condannato in primo grado a 5 anni e 6 mesi di reclusione. La sentenza è stata pronunciata oggi in tribunale a Como, al termine del processo con rito abbreviato. Il collaboratore scolastico, 64 anni, aveva negato le accuse.
Il bidello era da anni in servizio al Setificio ed era addetto al controllo degli studenti e alle pulizie dei locali. Il caso era emerso nel mese di marzo dello scorso anno, quando una delle presunte vittime, allora 15enne, aveva trovato il coraggio di confidare a un compagno e poi a un’insegnante gli abusi subiti.
La ragazzina, secondo quanto ricostruito nell’indagine, per mesi sarebbe stata portata in un’aula vuota o nella biblioteca della scuola e avrebbe subito violenze sessuali quasi quotidiane. Abusi accompagnati da minacce, anche di morte, nel caso si fosse ribellata o avesse raccontato quello che accadeva. Una seconda studentessa, 17enne, sarebbe stata invece palpeggiata e molestata dal bidello.
Il 64enne è stato accusato di violenza sessuale continuata, aggravata dall’aver commesso il fatto su una minorenne e all’interno di una scuola. Nel processo con rito abbreviato, ha chiesto di essere interrogato e ha respinto ogni addebito e ha riferito che sarebbero state le ragazzine a cercarlo per farsi offrire le merendine.
Oggi la sentenza di primo grado. Il pubblico ministero Alessandra Bellù, che ha coordinato l’inchiesta, aveva chiesto una condanna a 5 anni del bidello. Ancora più pesante la condanna inflitta dal giudice del tribunale di Como Elisabetta De Benedetto, 5 anni e 6 mesi, oltre a una provvisionale per le vittime di 20mila euro per la 15enne e di 2.500 per la 17enne.
Le studentesse sono state assistite dall’avvocato comasco Pierpaolo Livio. “Grande soddisfazione dei genitori delle vittime – ha commentato dopo la sentenza il legale – Le famiglie ringraziano la scuola che li ha sostenuti e la magistratura comasca per la rapidità della conclusione dell’indagine”. “Se ci fossero altre ragazze che hanno subito abusi si facciano avanti e trovino la forza di denunciare – aggiunge il legale – Possono avere la certezza che saranno aiutate e protette”.