Le case da svaligiare erano scelte con cura e monitorate con attenzione: ville o edifici singoli, nessun vicino confinante, meglio se prive di impianto di allarme e senza cani. Dopo una serie di passaggi per verificare la situazione, prima di entrare, forzando la porta o una finestra, come ultimo scrupolo i ladri suonavano anche il campanello per accertarsi che non ci fossero persone. Poi in due o tre facevano razzia di oggetti preziosi, denaro, vestiti di marca e profumi.
Colpi quasi quotidiani, dieci solo in due settimane quelli accertati dagli agenti della squadra mobile di Como, che nelle scorse ore hanno sgominato una banda specializzata in furti nelle abitazioni. In carcere sei sudamericani, cileni e argentini dai 19 ai 32 anni, tutti irregolari in Italia. La loro base era a Monza, in una casa vacanza affittata per un breve periodo. Gli ospiti non erano stati registrati all’apposito portale. Nella residenza, gli agenti hanno trovato numerosi oggetti rubati conservati in attesa di essere rivenduti.
L’indagine della squadra mobile di Como è partita da un furto in un’abitazione a Como nel gennaio scorso. In poco tempo, i poliziotti sono risaliti ai presunti autori e hanno accertato che a colpire era una banda specializzata. Per spostarsi e commettere i furti, i sudamericani utilizzavano auto a noleggio, che cambiavano settimanalmente per non destare sospetti. Gli agenti hanno contestato al gruppo dieci colpi commessi tra Cantù, Como e altre province della Lombardia e del Piemonte, ma l’indagine prosegue per accertare l’eventuale responsabilità della banda in ulteriori colpi analoghi. Numerosi anche i colpi non portati a termine perché i malviventi hanno accertato la presenza di vicini o cani da guardia, oppure per l’attivazione di un allarme.
L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Alessandra Bellù, in breve tempo è sfociata nel provvedimento di fermo di indiziato di delitto per i sei sudamericani, cinque fermati nella casa di Monza e uno in un centro commerciale in Piemonte. Sono stati trasferiti in carcere a Monza e Alessandria. La banda, sospettano gli inquirenti, prima di spostarsi in Lombardia potrebbe aver colpito nei mesi scorsi nel Lazio e pare che a breve fosse pronta a un nuovo trasloco verso la Liguria.