“Mobilità a Como: l’alternativa alla programmazione è iniziare a spostarsi a nuoto”. Comincia così la lettera aperta firmata dal coordinatore della Uil del Lario, Dario Esposito, che critica duramente la mobilità comasca.
“Tra opere incompiute, cantieri eterni, progetti che rimbalzano sui giornali, viene quasi difficile pensare che si stia parlando di un territorio storico nel comparto tessile, eccellenza nell’artigianato, di primo livello per ricadute occupazionali nella sanità e nell’edilizia”, è l’affondo di Esposito.
“Como, che nel corso degli anni è diventata meta turistica internazionale, sta affogando in problemi di cortile che altre città europee non hanno”, commenta. E ancora: “La provincia è ormai ostaggio di una viabilità al collasso. Una viabilità che solletica la tentazione di spostarsi a nuoto nel medio-alto Lario e di iniziare pellegrinaggi a piedi nella tratta che conduce a Lecco da una parte e Varese dall’altra”.
Per il coordinatore del sindacato comasco, i problemi legati alla mobilità hanno ricadute sulle famiglie che risiedono nel territorio lariano, ma anche su lavoratori e imprese della provincia. “Dalla provincia si fugge. Negarlo non vuol dire invertire la rotta”, dichiara il coordinatore della Uil del Lario. “Al territorio il compito di farsi carico delle ambizioni di un’area che può legittimamente aspirare a essere attrattiva per le famiglie, le maestranze, le imprese”, ha concluso.