Allarme smog a Como: è quanto emerso dall’ultimo rapporto di Legambiente, “Mal’Aria di città”, l’analisi dedicata al bilancio sull’inquinamento nei capoluoghi di provincia relativa al 2024. L’aria è sempre più irrespirabile e, mentre si dibatte per un mondo più green e sostenibile, è emergenza inquinamento in 25 città italiane, dove – secondo l’indagine di Legambiente – sono stati superati più volte i limiti di Pm10, ovvero le polveri sottili. 44, invece, superano i valori consentiti di biossido di azoto.
Secondo il report, salgono a 25, su 98 in totale, i centri urbani in cui sono stati superati i limiti giornalieri di polveri sottili. Erano 18 nel 2023. Insomma, quasi un quarto dei centri urbani italiani sarebbe fuorilegge, il 71% per l’esattezza, e la situazione peggiore si registra proprio nelle zone della Pianura Padana. Per il secondo anno consecutivo, al primo posto per inquinamento Frosinone, con 70 giorni di sforamenti. Ad aggiudicarsi la maglia nera è anche Milano, con 68 giorni, seguita da Verona con 66 e Vicenza con 64. Va meglio a Como, che non rientra nella lista. In Lombardia, oltre a Milano, hanno oltrepassato i limiti giornalieri di Pm10 anche Cremona, Brescia, Monza, Mantova, Lodi, Pavia e Bergamo.
Il quadro, però, non migliora se si guardano i dati di biossido di azoto: il 45% dei capoluoghi (44 città su 98) non rispetta i nuovi valori. Oltre a Napoli, Palermo, Milano, anche Como rientra tra le città con la situazione più critica sul fronte di biossido di azoto, dove è necessaria una riduzione compresa tra il 40% e il 50%. Insomma, i livelli di inquinamento attuali sono ancora troppo distanti dai parametri che entreranno in vigore nel 2030.
“Dobbiamo accelerare drasticamente il passo – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente”. È una corsa contro il tempo che deve partire dalle città, ma richiede il coinvolgimento di regioni e governo”, ha aggiunto. Secondo il responsabile scientifico di Legambiente, Andrea Minutolo, “i dati del 2024 confermano che la riduzione dell’inquinamento atmosferico procede a rilento. Le conseguenze non si limitano all’ambiente, ma coinvolgono anche la salute pubblica e l’economia”. E ricorda che lo smog “è la prima causa ambientale di morte prematura in Europa, con circa 50.000 morti premature soltanto in Italia“.
Se per le medie annuali di Pm10 e biossido di azoto nessuna città supera i limiti previsti dalla normativa vigente, va precisato però che lo scenario cambierà con l’entrata in vigore della nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria, a partire dall’1 gennaio 2030. L’inquinamento atmosferico – conclude l’associazione ambientalista – è ancora un problema diffuso e strutturale in troppe città italiane.