Protesta dei frontalieri e dei Comuni di confine sulla tassa della salute e sull’ipotesi, avanzata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, di far pagare il contributo alle amministrazioni locali.
“La tassa della salute viola l’accordo internazionale, introducendo una illegittima doppia imposizione – ribadisce Massimo Mastromarino, presidente dell’Associazione Comuni di Frontiera – Durante la stesura dell’accordo avevamo preso un impegno: non 1 euro in più dalle tasche dei frontalieri. Questo impegno va ora rispettato”.
Per il 15 febbraio prossimo a Varese è in programma una mobilitazione generale contro la tassa della salute. Il nuovo intervento del ministro Giorgetti ha ulteriormente infiammato gli animi. L’Associazione Frontalieri Ticino, con il presidente Massimiliano Baioni chiede un dietrofront. “I frontalieri già contribuiscono in modo significativo ai comuni attraverso i ristorni, come previsto dagli accordi bilaterali – attacca – Non possiamo essere considerati bancomat dai quali attingere ogni volta che c’è un problema di bilancio”.
“Si è parlato di usare i ristorni per risolvere crisi aziendali, ma non si è pensato di destinarne una parte al potenziamento del servizio sanitario nazionale – aggiunge Mattia Cavallini, vicepresidente dell’Associazione – La tassa sulla sanità è una misura ingiusta e priva di logica, che va a colpire chi già contribuisce con la tassazione alla fonte. Non è accettabile che il Governo torni a proporre una misura già bocciata in passato”.