“Desideriamo esprimere la nostra solidarietà a don Giusto Della Valle”: inizia così la lettera sottoscritta da 34 comaschi, tra rappresentanti delle Istituzioni, del mondo accademico, sanitario, del volontariato e dell’associazionismo, che dopo il pronunciamento del Tar e la conseguente chiusura del Teatro Nuovo di Rebbio, non in regola con le normative di sicurezza, hanno deciso di mettere nero su bianco il loro sostegno al parroco del quartiere comasco.
“Don Giusto è sempre stato, ed è tutt’ora, un punto di riferimento insostituibile per gli organi della Prefettura, della Questura e del Comune stesso, – si legge nella lettera – ed è grazie a lui che è stato possibile offrire risposte concrete di accoglienza e sostegno a molti stranieri, anche minorenni. La richiesta di rispetto di una norma può tradursi in una ingiustizia se esercitata con protervia: – scrivono i 34 cittadini – rischia di trasformarsi in un pretesto in grado di creare ostacoli e difficoltà, gettare discredito e istigare diffidenza nei confronti di chi, come don Giusto, cerca di essere inclusivo e solidale con i più deboli. Confidando, comunque, nella capacità di dialogo e di sostegno delle Istituzioni locali, – scrivono infine – dal canto nostro ci impegneremo a sostenere don Giusto e la comunità di Rebbio. I problemi di adeguamento delle strutture, sicuramente risolvibili, non dovranno essere di ostacolo alla riapertura di un importante luogo di aggregazione come il Teatro di Rebbio”.
“Chi ha scritto questa lettera – ha replicato il sindaco di Como, Alessandro Rapinese – vive nel metaverso e coglie e vede barbarie dove le persone civili vedono solo il rispetto della legge. Ogni occasione è buona per buttarla in caciara, ma ad oggi c’è solo un’evidenza: quel teatro è un luogo insicuro dove si espongono a rischi gli avventori. Nulla di personale contro don Giusto né da parte mia – continua Rapinese – né da parte dei vigili del fuoco e della polizia locale. Ai sottoscrittori della lettera semplicemente dico di togliersi gli occhiali distorsivi e vedere la realtà per quella che è. A meno che non vogliano vivere in un mondo senza regole o peggio dove le regole valgono solo per qualcuno a seconda dell’umore. Auguro al Teatro di Rebbio di poter diventare un luogo a norma – conclude il sindaco – e riavviare la sua attività”.
Intanto, prosegue attraverso la piattaforma di crowdfunding della Fondazione della Comunità Comasca Onlus la campagna di raccolta fondi per avviare i lavori e permettere la riapertura del Teatro. Ad oggi sono già stati superati i 19mila euro. Tanti, ma ancora molto distanti dall’obiettivo degli 80mila.