(ANSA) – MILANO, 30 GEN – Il Tribunale di Brescia ha riconosciuto lo status di rifugiata a una donna albanese di 30 anni ritenendo l’Albania un paese per lei non sicuro. "È innegabile che se la donna facesse ritorno in Albania si ristabilirebbe in uno Stato ove potrebbe essere facilmente rintracciata e vittima del fenomeno di re-trafficking, ben potendo ricadere nella medesima forma di sfruttamento", scrive il collegio presieduto da Mariarosa Pipponzi nella sentenza. Accolto così il ricorso presentato dall’avvocato Stefano Afrune, legale della trentenne e i giudici di Brescia hanno scritto che la donna non può essere espulsa perché: "Le Autorità non investono molte energie nell’identificazione delle vittime di tratta nella prostituzione così come gli ispettori del lavoro non hanno adeguata formazione per identificare le vittime di lavori forzati». (ANSA).