(ANSA) – MILANO, 29 GEN – Le varie società "serbatoio", di cui erano dipendenti gli spedizionieri che di fatto, però, lavoravano per FedEx, avrebbero "accumulato" negli anni "un debito contributivo" totale di "oltre 78 milioni di euro", ossia soldi non versati all’Inps come contributi ai lavoratori. Il dato rilevante emerge dal decreto di sequestro d’urgenza, firmato dai pm di Milano ed eseguito dalla Gdf, per frode fiscale da oltre 46,6 milioni di euro, a carico delle filiale italiana del colosso statunitense. Gli inquirenti hanno individuato "32 aziende" coinvolte nel presunto "schema" illecito, oltre alla "committente" FedEx. Aziende per le quali hanno lavorato oltre 30mila persone, di cui quasi 3mila sono state coinvolte nel cosiddetto "fenomeno della transumanza", passando da una società all’altra. Tra gli indagati, oltre alla filiale italiana di FedEx, figurano Stefania Pezzetti e Jan Bernd Haaksman, come responsabili e firmatari delle dichiarazioni fiscali. Nel decreto si legge che, dopo le varie inchieste simili su filiali italiane di grandi imprese dei settori della logistica, trasporti e servizi di vigilanza, queste hanno versato come risarcimenti all’erario oltre 552 milioni di euro. E sono stati assunti come dipendenti migliaia di lavoratori, che prima erano "in balia" delle società "serbatoio". Negli atti si legge pure che gli investigatori hanno effettuato sopralluoghi in alcune società che erano in rapporti con FedEx nel presunto sistema illecito, che avrebbe permesso di abbattere il costo del lavoro. In certi casi hanno trovato solo capannoni "in stato di abbandono" e citofoni senza nominativi. Alcune delle società erano già emerse nell’inchiesta su Amazon. (ANSA).