(ANSA) – ANCONA, 28 GEN – "Resistiamo in modo civile" e "mai sentirete una parola d’odio dai testimoni della Shoah" nonostante le "tonnellate di insulti a Liliana Segre", una "persona assolutamente pacifica, aperta alle valutazioni dei diritti civili che è stata inondata da messaggi d’odio". Dall’ex campo di sterminio di Auschwitz II (Birkenau), in videocollegamento con la seduta aperta del Consiglio regionale delle Marche per la Giornata delle Memoria, il presidente della Fondazione Museo della Shoah, Mario Venezia, ha ricordato le invettive e accuse lanciate via social contro la senatrice a vita, sopravvissuta ad Auschwitz. Venezia, a piedi vicino alle rovine del forno crematorio nel campo nazista di "messa a morte", ha riferito di una lettera che gli ha scritto Alberto Belli Paci, figlio 60enne di Liliana Segre: "non riesce a farsi una ragione del perché arrivino tonnellate di insulti alla mamma che ha 94 anni, persona assolutamente pacifica. A parte tutto – ha ribadito Venezia – noi resistiamo in modo civile. Abbiamo chiesto all’artista che ha realizzato il murale poi distrutto, sfregiato a Milano, che raffigura Liliana Segre e Sami Modiano, e lui generosamente lo ha fatto, di produrre per noi un nuovo murale"; "l’abbiamo esposto all’esterno della fondazione a Roma. Questo segnale per noi è un simbolo, un simbolo di resistenza, evidentemente ripeto, pacifica come siamo ovviamente perché non sentirete mai una parola d’odio provenire dai testimoni". Il presidente della Fondazione Museo della Shoah si è soffermato sul concetto di "Memoria per non scordare, uno tra l’altro dei punti centrali dell’ebraismo che parte dall’idea di ricordare. Ricordare il nome vuol dire tenere in vita la persona". Per l’anniversario degli 80 anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz la Fondazione Museo della Shoah e il Comune di Roma hanno organizzato una delegazione ad Auschwitz con 150 studenti. (ANSA).