(ANSA) – CATANIA, 25 GEN – Anche in Sicilia l’inaugurazione dell’Anno giudiziario nelle Corti d’appello è caratterizzata dalla protesta dei magistrati contro la riforma della Giustizia. Sono stati forti i richiami alla Costituzione: a Palermo i magistrati sono entrati nell’aula magna con in mano una sua copia, mentre il presidente della Corte d’appello, Matteo Frasca, parlava con alle spalle una gigantografia di Giovanni Falcone. "La memoria di Giovanni Falcone merita rispetto. Se davvero si vuole rendergli omaggio basta praticare come regola di condotta il suo incrollabile senso dello Stato per il quale ha rispettato sempre le istituzioni e coloro che le rappresentavano, anche nei momenti di maggiore amarezza: una lezione etica e di stile di cui oggi si avverte particolarmente la necessità". E poi punta dritto sulla riforma della Giustizia: ‘"La separazione delle carriere è la punta di un iceberg – ha accusato Frasca – la cui parte sommersa e forse più preoccupante" . Un allarme condiviso dal presidente della Corte d’appello di Catania, Filippo Pennisi, che ha parlato di riforma "inutile, dannosa e anche pericolosa". Ma in Sicilia resta alto anche l’allarme criminalità, con la mafia che si insabbia, punta sui colletti bianchi per gli appalti pubblici, e in particolare quelli del Pnrr, coinvolge sempre più le donne degli affiliati negli affari illeciti e usa la microcriminalità per rafforzare il proprio potere. Così a Palermo, ha segnalato la Pg Lia Sava, operano spacciatori di droga e di crack già a 10 anni e minorenni che assistono all’attività di spaccio dei loro familiari. Un allarme che è condiviso dalla magistratura a Catania che continua a segnalarsi, ricorda il presidente Pennisi, come uno dei territori italiani più esposti alla "devianza minorile, che matura in contesti altamente degradati e spesso controllati dalla criminalità organizzata, per di più con un apparato amministrativo assai carente in termini di servizi di prevenzione e accompagnamento pedagogico". Da un record negativo a un altro in Sicilia: a Gela, denuncia il Pg di Caltanissetta Fabio D’Anna, "c’è un’ elevatissima propensione alla violenza" e la criminalità organizzata di questo territorio è senza dubbio una di quelle con maggiore disponibilità di micidiali armi da guerra, anzi in relazione al numero di residenti è forse la più ‘armata’ d’Italia". (ANSA).