“Avanti tutta con i controlli nelle zone rosse, ma non solo, e con l’installazione di telecamere di ultima generazione e comunque fossi al governo centrale chiederei pene estremamente più severe, anche perché sono stanco di vedere arrestare spacciatori la sera e che poi sono di nuovo in libertà la mattina seguente”. Il sindaco di Como, Alessandro Rapinese, che ha la delega alla Sicurezza, commenta gli ultimi fatti di cronaca avvenuti in città (dall’accoltellamento tra giovani in piazza Volta, all’aggressione tra minorenni in piazza Vittoria fino agli episodi di spaccio) e interviene dopo la lettera aperta, scritta e firmata, da numerosi giovani comaschi, tutti under 35, leghisti ma non solo, che hanno messo nero su bianco i loro timori. “Sempre più minorenni girano con i coltelli alla ricerca della rissa, facendo sì che ogni discussione possa degenerare. Questa per molti coetanei e la nuova normalità” hanno scritto sottolineando che “è inaccettabile che la normalità sia associata a baby gang o coltelli”. I giovani comaschi chiedono più controlli, più presenza delle forze dell’ordine ma anche iniziative d’aggregazione giovanile. Richieste che sono state girate al primo cittadino di Como.
“Ci sono una serie di aspetti da considerare il primo, quello immediato, è l’utilizzo delle forze dell’ordine e personalmente – dice Rapinese – sono estremamente soddisfatto per quanto riguarda la città degli eclatanti risultati che stanno inanellando e a loro va il mio grazie”. E poi prosegue: “Ci sono anche aspetti più profondi e lenti da risolvere legati al fronte educativo e anche qui un grazie va ai docenti che lavorano bene e cercano di prevenire queste situazioni”. Quindi il sindaco chiama in causa le famiglie. “Sicuramente noi genitori dobbiamo prestare maggiore attenzione ai nostri figli e alle loro frequentazioni e cercare di intercettare questo disagio giovanile”.
Infine il tema dei controlli: “Avanti tutta nelle zone rosse, quelle più delicate e monitorate, senza dimenticare anche le altre aree – ha aggiunto il sindaco – e poi con l’installazione di telecamere di ultima generazione, come ad esempio abbiamo fatto di recente in piazza della Tessitrice, che – spiega – di certo non fermano un malintenzionato, ma almeno ci consentono di ricostruire i fatti e consegnarlo alla giustizia”. Per ultimo la stoccata al governo centrale: “Personalmente fossi all’Esecutivo valuterei di inasprire le pene”.