Il nuovo Piano Cave della Provincia di Como, approvato ieri -martedì 21 gennaio- dal Consiglio Regionale, sul tema, interviene Legambiente Como, che solleva diversi dubbi a riguardo. “Il primo -scrive in un comunicato- è di carattere generale sulla stima dei fabbisogni di materiale da costruzione in ambito provinciale. Sarebbero infatti necessari per cinque anni complessivamente 3milioni e 405mila metri cubi di sabbia e ghiaia. Siamo lontani dal consumo di suolo zero e riutilizziamo ancora poco”. “Per di più, sebbene nella premessa del piano si definisce come priorità l’obiettivo della autosufficienza provinciale, buona parte di questo fabbisogno è calcolato per soddisfare anche la richiesta di esportazione in Svizzera” sottolinea Legambiente.
“Un altro dubbio -aggiunge- riguarda l’efficacia dei controlli sulla corretta modalità di escavazione e trasporto, sulla puntuale esecuzione dei monitoraggi ambientali e sul ripristino dei luoghi. Non troviamo infatti nel piano indicazioni per il potenziamento degli attuali pochissimi addetti al controllo e degli strumenti a loro disposizione e neppure per la formazione e per il coordinamento di questo personale appartenente a diversi enti interessati. Se l’attività di vigilanza e controllo non è puntuale e soprattutto coordinata viene reso vano quanto scritto in materia di tutela, pur con dovizia di particolari. In passato -conclude Legambiente- abbiamo assistito a scempi che hanno lasciato ferite al territorio e al paesaggio non ancora risanate”.