(ANSA) – BOLOGNA, 16 GEN – La famiglia Fink-Bassani-Lampronti che un tempo viveva in via Mazzini 88, i componenti della famiglia Forti-Jesi-Lampronti, che abitavano poco più in là, al civico 85, quelli della famiglia Rietti-Cavalieri al 14. Sono questi i nomi delle prime vittime della Shoah che simbolicamente oggi ritornano a "casa", a Ferrara, grazie a 15 pietre d’inciampo. Ritornano davanti a quelle che furono un tempo le loro case prima di essere strappati alla loro vita e diventare vittime dell’Olocausto. Nella città emiliana sono le prime pose del progetto delle pietre di inciampo e altre ne seguiranno. Doveva essere presente alla posa anche Gunter Demnig, l’artista tedesco creatore del progetto delle ‘Stolpersteine’ (pietre d’inciampo, ndr), assente per un problema personale. Le pietre, piccoli cubi di cemento con una lastra di ottone realizzati da Demnig, riportano i dati biografici delle vittime dei campi nazisti. Posizionate davanti all’ultima residenza nota dei deportati, invitano a riflettere sulla memoria storica. Dal 1995 ne esistono oltre 100.000 in 2.000 città europee. Ora anche Ferrara è presente. "È un gesto importante per ricordare, per non dimenticare", affinché "una tragedia che colpì duramente anche Ferrara non possa accadere mai più", sono state le parole del sindaco Alan Fabbri oggi, durante la cerimonia. "Altre 25 pietre sono state richieste da parte delle famiglie e dei conoscenti e ogni pietra d’inciampo che si aggiungerà avrà una sua cerimonia", specifica il sindaco. Il progetto rimane aperto: "Grazie a un lavoro corale si stanno cercando le storie di altri ebrei ferraresi vittime della Shoah: il progetto, quindi, proseguirà, realizzando un museo diffuso, a cielo aperto, in tutta la città". (ANSA).