(ANSA) – TORINO, 14 GEN – La guardia di finanza di Torino ha scoperto una truffa da oltre mezzo milione di euro per le borse di studio universitarie, in collaborazione con l’Edisu (l’ente regionale per il diritto allo studio universitario) del Piemonte. Si tratta nello specifico di 513.522,95 euro, finanziati in parte con risorse del Pnrr, ma anche della possibilità di beneficiare dell’esenzione dal pagamento delle tasse universitarie, erogate in due tranche annuali. L’indagine, denominata "Fake Home" ha coinvolto ottanta studenti stranieri, in maggioranza iraniani, indiani e pachistani, sia donne che uomini e in differenti sedi degli atenei torinesi. Degli ottanta, 23 sono stati denunciati a vario titolo per indebite percezioni di erogazioni pubbliche, dopo che avevano ottenuto nell’anno accademico 2022/2023 entrambe le tranche della borsa (superando quindi la soglia di 3.999,96 euro che porta in campo penale), 47 hanno avuto sanzioni amministrative per complessivi 404.544,61 per avere ottenuto la prima tranche dell’anno 2023/2024 (uno è anche tra i denunciati) e altri undici sono stati segnalati per avere provato a ottenere la borsa di studio nel 2024/2025, dunque sono stati esclusi dalle graduatorie dall’Edisu. Tutti coloro che hanno ricevuto indebitamente le borse di studio dovranno restituire le cifre percepite. Tra i denunciati ci sono due proprietari di immobili e un intermediario, che fungeva in parte anche da mediatore linguistico. Quest’ultimo, secondo le indagini, faceva da tramite con i proprietari degli immobili. L’indagine, coordinata dalla Procura di Torino e condotta dal primo nucleo operativo metropolitano della guardia di finanza è partita dall’incongruenza riscontrata tra il numero di contratti di locazione e le effettive capacità di quattro immobili di un uomo di 37 anni, di origine ucraina, residente a Torino. Risultavano in affitto 66 studenti. I finanzieri hanno scoperto che il proprietario di casa certificava il pagamento di un affitto, ottenendo in cambio 500-600 euro per ogni contratto fasullo, mentre gli studenti avevano così titolo a chiedere la borsa di studio, nonostante in realtà vivessero da amici. Il modo di agire veniva diffuso con un passaparola via social in una serie di chat. La finanza ha individuato poi un altro proprietario di alloggi a Torino, un italiano di 34 anni, che ha fatto contratti fittizi a tre studenti. (ANSA).