Anno nuovo, vecchie abitudini. A Trenord sono bastati 12 giorni per registrare 1364 minuti di ritardo, soltanto sulla linea S11 Como-Milano. Da inizio anno, la linea comasca che porta fino al capoluogo lombardo ha registrato 22,7 ore di ritardo. Dal primo gennaio, su 763 treni della linea S11, 440 erano in orario, pari al 57,7%. 322, invece, quelli in ritardo, superando il 42%. Infine, 1 treno soppresso, equivalente allo 0,1%.
Insomma, se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, allora è anche vero che Trenord ha ancora molto da migliorare. Se la partenza è questa, si prospetta un anno nero per i pendolari comaschi, costretti a fare i conti con disservizi pressoché all’ordine del giorno. Studenti e lavoratori, quotidianamente, sono costretti a fare ritardo a scuola, in università o sul posto di lavoro. Praticamente ogni settimana, i pendolari sono in balia di guasti, ritardi o treni soppressi.
Le dichiarazioni dell’assessore Lucente
Stridono con questi numeri le dichiarazioni dell’assessore regionale ai Trasporti e Mobilità sostenibile, Franco Lucente, che alimentano le polemiche da parte dei pendolari. Parlando del treno RegioExpress, che dal 15 dicembre scorso collega Milano con Trento e Bolzano, l’assessore Lucente ha commentato: “Ancora una volta la mobilità ferroviaria si dimostra vincente, il modo più sostenibile per viaggiare, in grado di decongestionare il traffico su gomma”.
Soltanto pochi giorni prima, Lucente ha sottolineato che “il 2024 è stato un anno importante per il trasporto ferroviario in Lombardia”, descrivendo “un sistema sempre più utile e strategico per cittadini e turisti”. “Stiamo facendo il possibile – ha proseguito l’assessore regionale ai Trasporti – per migliorare ulteriormente efficienza e puntualità con treni nuovi e lavori infrastrutturali importanti. Nell’ultimo periodo dell’anno – ha ricordato – le performance sono notevolmente migliorate”.
“Guardiamo al futuro – ha assicurato – con l’obiettivo di rendere il trasporto pubblico ancora più accessibile, capillare ed ecologico”. I pendolari, però, sono stanchi di aspettare e sperano che le parole si trasformino in fatti.