(ANSA) – CAGLIARI, 13 GEN – La Regione e il Consiglio regionale della Sardegna non possono bloccarsi in attesa di una parola fine, quale che sia, sul procedimento di decadenza della governatrice Alessandra Todde, chiesto dall’ordinanza-ingiunzione del collegio elettorale regionale di garanzia della Corte d’appello di Cagliari. Lo sollecita non solo l’opposizione di centrodestra, che ormai da dieci giorni chiede alla maggioranza del campo largo di discutere una Manovra finanziaria tecnica per poi tornare al voto, ma lo chiedono anche le parti sociali. Per esempio la Cgil, che in una nota firmata dal segretario regionale Fausto Durante sottolinea che la politica "non può certo continuare a tergiversare su quali temi affrontare prima e quali dopo visti i ritardi accumulati", ed evidenzia la "conseguente necessità di evitare l’esercizio provvisorio e intervenire sulla sanità". Ma anche la Cisl, che oggi ha chiesto certezze legislative e messo in guardia su un eventuale ritorno alle urne anticipato: "sarebbe una sciagura per l’intero sistema economico isolano", avverte il segretario Pier Luigi Ledda. La presidente Todde, da quanto filtra, vuole andare avanti sulla linea tracciata a fine 2024 con la priorità al tema della sanità e, nel frattempo, prepara i ricorsi – ha tempo fino al 3 febbraio -, ma gli alleati del Partito democratico puntano sulla strada parallela. "Stiamo provando a portare avanti i due provvedimenti insieme: sanità e manovra – spiega all’ANSA Roberto Deriu, capogruppo dei dem -. C’è un po’ di affollamento, ma noi tenteremo entro marzo di fare tutte e due le cose". La Finanziaria, che non sarà tecnica e che essendo la prima di questa legislatura deve essere preceduta dal Piano di sviluppo regionale, non è ancora stata approvata dalla Giunta e trasmessa alle commissioni: "Gli uffici stanno approntando gli ultimi documenti, molti sono pronti, abbiamo chiesto che vadano avanti il più possibile per portare subito qualcosa in commissione Bilancio", precisa Deriu. Il messaggio è chiaro: il Consiglio regionale riprende il lavoro nonostante l’incognita dell’ordinanza-ingiunzione, parallelamente al lavoro che svolgerà la Giunta per le elezioni del Consiglio che si riunirà mercoledì 15 e che potrebbe prendersi tutti i 90 giorni di tempo a disposizione per riferire all’Assemblea, che poi dovrà votare. Nel merito Deriu non è preoccupato: "Il Consiglio regionale non è un giudice e deve prendere atto di un provvedimento definitivo. Quello che abbiamo ora (l’ordinanza, ndr) non è definitivo perché non è scaduto il termine di impugnazione. E con l’impugnazione bisognerà attendere tutti i gradi di giudizio". C’è poi un problema, segnala il capogruppo del Pd, "che secondo noi ha un rilievo costituzionale" e riguarda "l’applicabilità della legge 515 in Sardegna". Dubbi inerenti i conflitti di attribuzione con lo Stato, quindi un doppio binario: "Uno è l’interesse della presidente Todde, che di riflesso è l’interesse del Consiglio regionale perché altrimenti decade, l’altro è l’interesse dell’ordinamento legislativo sardo sull’applicabilità delle leggi nazionali e se ne fa carico il Consiglio regionale, che chiederà alla Giunta regionale, competente per questo, di incardinare un conflitto di attribuzione con lo Stato". Intanto però, il Consiglio è pienamente legittimato a lavorare: "La legittimazione è piena sia del Consiglio, sia della Giunta, sia della presidente finché non c’è la definitività dell’atto, quindi si continua a lavorare", ribadisce Deriu. (ANSA).