Variante della Tremezzina, Anas fa sapere che il Collegio Consultivo Tecnico chiamato a dirimere la questione degli extracosti legati allo smaltimento del materiale di scavo contaminato ha emesso l’attesa determina, articolata su più punti, riguardante le richieste dell’impresa appaltatrice. Passaggio necessario e imprescindibile “a valle del quale – aveva spiegato la stessa Anas – si potranno definire con apposita perizia i maggiori costi e il cronoprogramma delle relative attività. Riavviarle il prima possibile – diceva l’ultima nota ufficiale – resta la priorità assoluta”.
Ora le carte saranno esaminate nel dettaglio per poter arrivare alla muova perizia, per la quale si stima un mese circa. L’obiettivo è avviare al più presto le interlocuzioni con l’impresa. Se al termine di queste fasi non subentreranno ulteriori intoppi gli scavi a Colonno e Griante potranno ripartire.
A conti fatti però non prima della prossima primavera. Chiaramente dovrà essere redatto, ed è il documento più atteso dall’intero territorio lariano, un cronoprogramma aggiornato visto il lungo stop.
La questione dei costi di smaltimento aumentati è stata a lungo il punto di stallo tra Anas e l’impresa incaricate dei lavori per la realizzazione della maxi opera.
Con gli scavi fermi è chiaramente ferma la parte più consistente del cantiere che al momento vede procedere solamente le operazioni che si possono portare avanti nelle gallerie fin qui realizzate.
Dai documenti si potrà, probabilmente, capire anche se saranno confermati i siti individuati per lo smaltimento del materiale contaminato: la provincia di Brescia per l’arsenico, per gli idrocarburi, invece, la destinazione è un altro cantiere di Anas, quello della variante di Tirano, in Valtellina.
Il Collegio Consultivo Tecnico vale la pena ricordarlo è costituito da un esponente di Anas, uno del raggruppamento di imprese che si è aggiudicato i lavori e un magistrato della Corte dei Conti.