Bollette e non solo: il 2025 si apre con nuovi rincari per gli italiani. Mosca chiude i rubinetti e le conseguenze rischiano di farsi sentire anche nel nostro Paese.
Lo stop al transito del gas russo dall’Ucraina verso l’Europa da qualche settimana ha causato un aumento dei prezzi all’ingrosso di gas e luce e la situazione rischia addirittura di peggiorare. Secondo le stime, infatti, nei prossimi 12 mesi il prezzo dell’energia potrebbe subire un rincaro complessivo del 30%. Sul gas pesa il conflitto russo: negli ultimi giorni di dicembre, infatti, il prezzo del metano sul mercato europeo ha raggiunto livelli record, toccando – per la prima volta dall’ottobre 2023 – i 50 euro al megawattora.
A confermare i rincari attesi per il nuovo anno è il presidente della Cna del Lario e della Brianza, Pasquale Diodato. “Con il passaggio dal Prezzo Unico Nazionale (PUN) ai prezzi zonali, cioè territoriali – ha spiegato – ad avere maggiori vantaggi saranno le imprese che hanno investito sul fotovoltaico, anche se non saranno esenti dai rincari”. La comunità europea, ha aggiunto Diodato, “effettua continua modifiche per poter partecipare alle gare d’appalto”, costringendo imprese e artigiani a “investire cifre enormi”, causando un ulteriore aumento delle spese a cui far fronte.
A confermare i pesanti rincari subiti dalle aziende è Paolo Torri, responsabile del Consorzio Energia Lombardia Nord. “Per le aziende italiane le tensioni internazionali – e i loro effetti su gas ed elettricità – hanno effetti immediati e non calmierati. Per le imprese la situazione rimane tesa. Se a inizio 2024 i prezzi di gas ed elettricità sembravano in diminuzione, la situazione è presto cambiata, con prezzi stabili o in aumento fino alla fine dell’estate. A cavallo tra il 2024 e il 2025 – ha aggiunto Torri – c’è stata una vera impennata dei prezzi e le previsioni appaiono clamorosamente alte per tutto il nuovo anno, soprattutto se paragonate ad altri Paesi europei, come la Spagna”.
Anche spostarsi lungo la penisola, nel 2025, sarà ancora più caro. Con il nuovo anno, è entrato in vigore un aumento del pedaggio di circa metà delle autostrade italiane, per adeguarlo all’inflazione attesa per il 2025, come stabilito dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
L’incremento oscilla dall’1,6 all’1,8%, a seconda delle tratte. Autostrade per l’Italia gestisce quasi la metà delle autostrade italiane, con 2.800 chilometri su 6mila complessivi, e comprende anche tratte molto frequentate come l’A9 Lainate Como Chiasso. Le cattive notizie per chi si sposta sulle quattro ruote non sono ancora finite: anche l’Rc auto, infatti, continua a salire.