Continua il duro botta e risposta tra il PD e il sindaco di Como. Al centro dello scontro il progetto, che non vedrà mai la luce, della “Dorsale dei pellegrini”, una maxi pista ciclabile che avrebbe dovuto attraversare la città. L’opera, costituita da 5 lotti, destinata ad unire da Nord a Sud il territorio della provincia. Il primo lotto (quello tra Cernobbio e Como San Giovanni) nel 2021 era stato affidato in appalto (ma non è poi seguito il contratto). In una determina della giunta del 30 dicembre scorso si capisce che i lavori non partiranno e l’azienda allora incaricata sarà rimborsata (con un indennizzo che ammonta a 1.900 euro).
Dure critiche, nelle scorse ore, da parte del PD di Palazzo Cernezzi che parla di: “Un fatto gravissimo, che vanifica tutti gli sforzi fatti e lascia la situazione ancora immobile, in una città che avrebbe bisogno di alternative viabilistiche” hanno detto i consiglieri comunali Patrizia Lissi e Stefano Legnani ricordando che l’Amministrazione Lucini aveva recuperato più di un milione e 350mila euro da un finanziamento europeo da investire nell’opera.
Ma il sindaco non ci sta e replica: “Ricordo a Lissi e Legnani – dice Alessandro Rapinese – che il primo lotto della ciclabile, stando ai loro programmi, avrebbe dovuto essere consegnato, finito e pronto per essere usato al termine del loro mandato. Lo avessero fatto avrebbero impiegato i fondi che si sono visti attribuire”.
“Quel progetto, che originariamente sarebbe costato 2,5 milioni di euro costerebbe almeno il doppio e senza i fondi, già cancellati da anni, oggi – conclude il primo cittadino – con tutte le emergenze ereditate (scuole, impianti sportivi e alloggi di edilizia residenziale in primis) non c’è spazio, utilizzando le sole risorse comunali, per investimenti di quel tipo”.