Forno crematorio di Como, la prova fumi, con conseguente accensione, inizialmente ipotizzata per gli ultimi giorni del 2024 slitta con ogni probabilità al 10 gennaio. Ma l’operazione è legata al reperimento di un pezzo mancante che è necessario per poter svolgere l’operazione.
“Di fatto – spiega l’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Maurizio Ciabattoni – serve una saracinesca di chiusura dei tubi di ventilazione che si sperava di reperire prima del 30 dicembre scorso ma si tratta di un pezzo su misura difficile da trovare in commercio. Per questo si lavora anche nei primi giorni del nuovo anno. Si tratta di un bypass dei fumi che deve essere installato per poter procedere con l’operazione”.
L’impianto, è noto, è fermo dalla fine dello scorso ottobre. Un disagio per chi, già in un momento di dolore, deve rivolgersi ad un’altra struttura. La storia del forno crematorio cittadino, che si trova all’interno del cimitero monumentale di via Regina Teodolinda, è travagliata tra lunghi momenti di stop, manutenzioni e collaudi.
La prova dei fumi è un passaggio determinante per capire se la struttura potrà tornare in funzione. Se questa prova darà, infatti, esito positivo allora potrà tornare operativo se, invece, darà un altro tipo di esito l’apertura slitterà, perché si dovrà lavorare ulteriormente sui ricambi. L’impianto è stato costruito appositamente per quel locale all’interno del cimitero e molte volte si devono reperire dei pezzi su misura più difficili da trovare in commercio.
A fine anno, peraltro, nel nuovo contratto di Servizio Energia l’amministrazione comunale aveva inserito inoltre una serie di lavori che riguardano proprio il sistema di espulsione dei fumi che presenta – come chiarito nel documento di Palazzo Cernezzi – “importanti segni di usura che richiedono un intervento di manutenzione straordinaria”. Il quadro economico supera di poco i 79mila euro.