(ANSA) – BOLOGNA, 03 GEN – I colpi, che hanno colpito il 23enne egiziano ucciso dal comandante dei carabinieri di Verucchio, Luciano Masini, sono stati cinque, di cui uno alla spalla destra e gli altri tra il torace ed il capo. Questo il primo dato emerso dall’autopsia disposta dalla Procura della Repubblica che ha iscritto nel registro degli indagati il carabiniere per eccesso colposo di difesa. "Tali dati – si legge in una nota dell’Arma dei carabinieri di Rimini – andranno valutati dal medico legale e dall’esperto balistico, nominato dalla Procura di Rimini. L’analisi sugli indumenti della vittima permetterà altresì di stabilire la distanza tra le parti al momento degli ultimi spari e la conseguente ricostruzione dell’azione, la cui prima parte è ripresa dai filmati acquisiti". Al momento il comandante Masini che non è stato oggetto di alcun provvedimento disciplinare di altro natura è volontariamente in riposo dal servizio attivo per qualche giorno. Le indagini sono svolte dal nucleo investigativo dei carabinieri di Rimini. Per quanto riguarda le frasi in arabo che il giovane avrebbe proferito mentre si avventava contro la pattuglia dei carabinieri, e che sarebbero state udite anche dai carabinieri, nulla trapela da fonti investigative. Il video in mano agli inquirenti è quello di un cellulare di una persona presente in strada al momento dei fatti la notte di Capodanno a Villa Verucchio, frazione del comune di Verucchio nell’entroterra riminese. Stando alle indiscrezioni nel video si vede il giovane che avanza, si sente cosa dice in arabo, e si vede il comandante dei carabinieri esplodere i primi colpi, ma non gli ultimi che hanno appunto colpito il 23enne. Il giovane presentava lividi compatibili con due colpi di rimbalzo alle gambe (ragionevolmente di due dei primi colpi di avvertimento, sparati a terra dal comandante, nella fase di avvicinamento del giovane, armato del coltello. In totale il carabiniere ha esploso 12 dei 15 colpi totali nella pistola d’ordinanza, cinque hanno colpito il ragazzo direttamente altri indirettamente. Aveva con sé una copia del Corano e una corona per pregare. Al momento non è possibile accertare se avesse contatti con frange radicalizzate. (ANSA).