(ANSA) – AOSTA, 02 GEN – Una giovane alpinista si è rivolta all’ospedale Parini di Aosta per trattare un caso complesso di congelamento avanzato evitando l’amputazione delle dita dei piedi, che invece – dice la stessa paziente in una nota dell’Usl – le era stata prospettata in altri nosocomi del Nord Italia. Alpinista esperta, durante un’ascesa della parete Nord del Cervino, in Svizzera, il 9 novembre scorso, con temperatura intorno ai -20 gradi, aveva subito un congelamento di terzo grado alle prime tre dita di entrambi i piedi. Il caso è stato trattato dal reparto di Chirurgia vascolare diretto dal dottor Flavio Peinetti e dall’ambulatorio di Medicina di montagna, diretto dal dottor Guido Giardini. "Ho ricevuto trattamenti avanzati e adeguati al grave quadro, che non solo mi hanno evitato l’amputazione, ma – racconta la giovane – mi hanno restituito la possibilità di tornare alla mia vita e alla mia passione per la montagna". "Dal congelamento – dice il dottor Davide Piccolo, specialista in chirurgia vascolare – erano ormai trascorsi 19 giorni, un tempo molto lungo per attuare le terapie necessarie (la trombolisi va attuata entro 24-48 ore). Ci siamo resi subito disponibili per valutare di persona la paziente, dal momento che dalle immagini sembrava esserci qualche margine per evitare l’amputazione. Il giorno seguente la signora è arrivata ad Aosta". Quindi "è stata ricoverata e immediatamente sottoposta a terapie con prostanoidi endovena che, viste le buone condizioni generali e la giovane età, ha tollerato anche ad alto dosaggio. E’ stata associata una terapia con ibuprofene e medicazioni specifiche. L’evoluzione è stata verso un progressivo e costante miglioramento. Il 6 dicembre, dopo sette giorni di ricovero, è stata dimessa. Al controllo ambulatoriale, dopo altri 15 giorni, è stata eseguita la pulizia dei tessuti necrotici. La paziente è perfettamente guarita, nessun dito, neanche parzialmente, ha avuto necessità di amputazione". (ANSA).