A due giorni dall’apertura dell’anno Santo, con la messa presieduta dal vescovo di Como – il cardinale Oscar Cantoni – in un Duomo gremito di fedeli, è stata celebrata in Cattedrale la Santa messa pontificale con il canto del Te Deum, per rendere grazie al Signore, lodarlo, domandargli perdono e invocarne la benedizione.
Anche la messa del 31 dicembre alle 17 è stata celebrata dal vescovo di Como, che nell’omelia ha ricordato “lo storico evento di domenica 29 dicembre con cui abbiamo dato inizio all’Anno Santo nella nostra diocesi – ha dichiarato il cardinale Cantoni – all’insegna della Speranza cristiana, come ha suggerito papa Francesco.
“A questa celebrazione ha partecipato uno straordinario numero di persone”, ha ricordato. “È un segnale positivo – ha aggiunto – perché testimonia come le persone, proprio dentro una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo a livello globale, sentano vivo il desiderio di preghiera, desiderano ardentemente la pace e invocano una vera fratellanza.
Poi il vescovo di Como ha tracciato un bilancio dell’anno volto al termine, in cui spesso ci siamo sentiti sopraffatti dalle tensioni internazionali, preoccupati e impauriti per un clima di guerra sempre più generalizzato, che è causa di dolore e inquietudine.
Le parole del vescovo di Como
Il cardinale Oscar Cantoni ha dichiarato: “La speranza cristiana impegna: essa è innanzitutto un dono assicurato dall’alto, viene da Dio, non può spegnersi, ma anche è frutto di una nostra perseverante decisione nel resistere con tutte le forze al male presente, coinvolgendoci tutti personalmente, nei nostri semplici contesti di vita, in azioni concrete, umili ma perseveranti, di gesti di pace, di accoglienza, di solidarietà, più forti di ogni male”.
E ancora: “Non possiamo permettere che la cultura della guerra, dell’odio, della violenza si diffonda, favorita dal vuoto di pensieri, idee, cultura. Sono questi i segni dei tempi dentro i quali la fede interpella la vita e la determina”.
Quindi ha concluso: “Mi pare di poter affermare con assoluta sincerità che la nostra Chiesa si impegna a guardare con misericordia l’umanità, ricentrando tuttavia continuamente lo sguardo su quello di Dio, per essere un’immagine viva della sua sollecitudine nei confronti dei suoi figli”.