(ANSA) – LECCE, 21 DIC – La Procura di Lecce ha aperto un’inchiesta per accertare le cause della morte di Piero Perulli, il 48enne musicista leccese deceduto lo scorso 16 settembre al Dea Fazzi. L’inchiesta nasce dall’esposto-querela presentato dalle due sorelle e dalla madre del rocker salentino, figura nota in città dove gestiva un pub tra i più frequentati. Nell’esposto viene chiesto di riesumare la salma per poter svolgere accertamenti autoptici e istologici volti a capire se il decesso, nonostante il 48enne fosse affetto da una grave patologia e fosse stato sottoposto a chemioterapia, sia stato in qualche maniera indotto dai protocolli e dai trattamenti diagnostici compiuti con anestesia negli ospedali di Gallipoli e Lecce. Secondo la famiglia, assistita dall’avvocatessa Mariangela Calò, le terapie potrebbero aver inciso negativamente su un corpo già provato dalla malattia. Un calvario che sarebbe iniziato nel 2023 e che alla fine dello scorso agosto si sarebbe aggravato dopo la diagnosi di una sospetta meningite che porta al ricovero del musicista nell’ospedale di Gallipoli. Qui, dopo alcuni giorni in isolamento, durante i quali – secondo l’esposto – non avrebbe ricevuto cure adeguate, Perulli viene sottoposto a due interventi di prelievo di midollo. Dimesso, torna a casa ma le condizioni peggiorano e viene ricoverato nuovamente, questa volta al Dea Fazzi di Lecce, dove viene sottoposto ad altri accertamenti diagnostici, l’ultimo dei quali il 16 settembre, un’angiotac. Nello stesso giorno il mucisista muore. (ANSA).