Salvi i ristorni dei frontalieri per i piccoli comuni che hanno almeno il 3% di residenti che lavora in Svizzera. Un emendamento alla legge di bilancio, in fase di approvazione, alza la soglia al 4%, un intervento che aveva sollevato immediate proteste. Un subemendamento approvato last minute dalla Commissione bilancio permette di lasciare invariato il tetto per i paesi fino a 15mila abitanti.
La decisione, a sorpresa, di innalzare al 4% il tetto minimo di frontalieri rispetto al totale dei residenti per poter ottenere una quota delle tasse che i lavoratori versano oltreconfine aveva provocato una levata di scudi immediata. Protesta sia delle associazioni dei frontalieri sia soprattutto dell’associazione comuni di frontiera. “L’emendamento penalizza i territori e deve essere stralciato”, la richiesta al governo.
Prima del voto finale della finanziaria in commissione Bilancio, un subemendamento presentato dai deputati Andrea Pellicini e Andrea Mascaretti di Fratelli d’Italia e Stefano Candiani della Lega ha cambiato le carte in tavola, salvaguardando almeno i piccoli comuni. Il testo proposto è stato approvato.
“Il subemendamento – ha spiegato Pellicini – permette ai comuni con popolazione fino a quindicimila abitanti, con una percentuale di frontalieri superiore al 3% rispetto al numero complessivo di abitanti, di continuare a beneficiare dei ristorni delle tasse che i lavoratori pagano in Svizzera”.
“E’ stato un lavoro corale – ha aggiunto Pellicini – per il quale ringrazio i miei colleghi Candiani e Mascaretti. Grazie a questo emendamento, circa una ventina di piccoli comuni delle province di Varese e Como riuscirà a chiudere i bilanci.”
“Ne abbiamo parlato al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ringraziamo perché ha condiviso l’emendamento –hanno sottolineato i parlamentari Candiani e Mascaretti – E’ fondamentale che siano preservate le risorse trasferite ai nostri comuni più piccoli”.
Resta aperto il caso del Comune di Varese, che al momento rimarrebbe comunque escluso dai ristorni, oltre che il tema dei vincoli per l’utilizzo delle risorse.
Le opposizioni non risparmiano critiche. “Il governo e la Lega ancora una volta danno uno schiaffo ai comuni dei nostri territori, sottraendo risorse fondamentali per sostenere l’attività nei paesi di frontiera a favore dei propri cittadini – attacca la capogruppo del Pd alla Camera Chiara Braga – Non basta l’ingiusta tassa sanitaria sui frontalieri, ora ci si rimangia anche l’impegno a garantire ristorni ai tutti i Comuni a cui erano stati garantiti in base alla legge del 2023. La destra che governa a Roma vada a spiegarlo ai propri amministratori e soprattutto ai cittadini che vivono nei comuni di frontiera che saranno penalizzati da questa pessima norma”.