Le ultime affermazioni del sindaco di Como, Alessandro Rapinese, in consiglio comunale sui nuovi autovelox che saranno installati in città hanno gettato benzina sul fuoco dopo le polemiche sollevate da più parti in particolare sul fronte politico. Il primo cittadino contesta l’avviso della presenza dell’autovelox un chilometro prima. “Non ha senso avvertire – ha detto – Se vai a 200 all’ora ti sanziono e basta”. Per poi aggiungere. Che i tempi non sono ancora definiti anche se “Mi farebbe comodo che fossero attivi a breve così da allontanare gli automobilisti pericolosi dalla strada e i soldi incassati potremmo investirli in sicurezza”. Da sempre scettico – per usare un eufemismo – sull’arrivo dei nuovi apparecchi in città il consigliere regionale e coordinatore provinciale di Forza Italia, Sergio Gaddi, replica al primo cittadino: “Anche un bambino capirebbe che lo scopo dell’avviso è la sicurezza e non fare cassa”.
“Non siano usati per fare cassa” aveva ribadito lo stesso ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini.
Le strade comasche che saranno coinvolte sono via Napoleona, via Varesina, via Canturina, via Pasquale Paoli e viale Innocenzo XI.
Dopo le dichiarazioni del sindaco interviene anche Acus, l’Associazione Civica Utenti della Strada. “Premesso che non siamo entusiasti degli autovelox se non quando strettamente necessari – dice il presidente Mario Lavatelli – Detto questo il preavviso va rispettato per legge non si può evitare, ha uno scopo educativo, il fine non è la sanzione in quanto tale. E comunque – ribadisce – gli enti proprietari delle strade devono garantire le condizioni di sicurezza della strada e questo si fa con una manutenzione costante e non con gli autovelox. Infine, una volta installati, bisogna verificarne l’efficacia. E cioè se gli incidenti saranno realmente diminuiti”.