(ANSA) – PESCARA, 16 DIC – Un gruppo di cittadini soccorre un pullo di gabbiano ferito a causa degli ami da pesca, bloccato sulla spiaggia da quasi 24 ore, ma il Centro Recupero Animali Selvatici (Cras) è ormai chiuso. Allora si rivolge a un veterinario, che presta all’esemplare le prime cure. Ora quei cittadini sono in attesa di conoscere quale sia la struttura preposta a gestire situazioni di questo tipo. L’episodio è avvenuto oggi a Pescara. Il gabbiano è stato trovato sulla spiaggia della riviera Nord. Aveva un’esca a nove punte che gli ha trafitto zampa, ala e addome. I cittadini si sono quindi attivati e lo hanno affidato alle cure del veterinario Vincenzo Olivieri, che in forma privata si è messo a disposizione per soccorrere l’animale. L’esperto ha rimosso gli ami e medicato le ferite del gabbiano. "Ho contattato il numero unico di emergenza 112 – racconta all’ANSA una delle cittadine in questione – ma mi hanno detto che devo rivolgermi a un veterinario privato. Ho allora contattato i Carabinieri forestali, i quali mi hanno confermato che il Centro Recupero Animali Selvatici (Cras) non accoglie più esemplari, ma può solo fornirmi informazioni sulla gestione del gabbiano. Sto cercando di capire cosa fare e a quale struttura potermi rivolgere. Ritengo fosse un mio dovere intervenire di fronte a un animale in difficoltà, ma non si riesce a capire a chi spetti ora la gestione della convalescenza del gabbiano". "Una città come Pescara, con un bacino di utenza così vasto – commenta Vincenzo Olivieri – non può rimanere senza una struttura di quel genere, che peraltro era al servizio di tutta la regione". Sulla sospensione del Cras solo pochi giorni fa era intervenuta anche la Stazione Ornitologica Abruzzese (Soa): "Mentre in altre regioni sono attivi, e finanziati, 84 Centri, l’Abruzzo, regione dei Parchi, rischia di diventare il fanalino di coda nel salvataggio degli animali selvatici. In Abruzzo opera da oltre 40 anni un Cras gestito dai Carabinieri Forestali di Pescara che nel solo 2022 ha accolto 536 uccelli feriti o in difficoltà, la recente sospensione dell’attività dell’unico Centro regionale, per carenza di risorse, e la necessità di un vero coordinamento e coinvolgimento tra i diversi Enti competenti in materia e le associazioni di volontariato è l’occasione per una proposta di miglioramento delle attività di recupero e cura della fauna". Gli attivisti hanno quindi presentato una proposta di legge al presidente della Regione Abruzzo e ai consiglieri regionali. (ANSA).