Fino a pochi anni fa, l’oratorio di San Rocco viveva per opera di don Roberto Malgesini, che aveva messo a disposizione quegli spazi per i più bisognosi. Ogni mattina lì, il prete degli ultimi, così veniva chiamato, ucciso il 15 settembre 2020 da uno degli stessi immigrati che aiutava, serviva le colazioni ai senzatetto della città.
Nel corso del tempo, lo stabile in disuso, ora ceduto dalla parrocchia a privati, si è trasformato in un rifugio abusivo per chi la notte non sa dove andare, per chi non può o non vuole usufruire dei posti letto messi a disposizione dall’“emergenza freddo”. Uno dei tanti edifici abbandonati della città che vengono scelti dai senzatetto, per lo più immigrati spesso irregolari, come ritrovo durante il giorno e come dormitorio per la notte. In questo caso, lo stabile si trova proprio nel quartiere di San Rocco, particolarmente delicato dal punto di vista della sicurezza, più volte al centro delle cronache per episodi di microcriminalità e per le segnalazioni e le richieste di interventi da parte di residenti e commercianti per bivacchi e presenze di persone in atteggiamenti sospetti.
Fino a pochi mesi fa, i giacigli per la notte dei senzatetto si trovavano a poche centinaia di metri dall’oratorio di San Rocco, nell’area dell’ex supermercato di via Regina Teodolinda, più volte sgomberato dalle forze dell’ordine. Gli spazi, dopo le ultime operazioni di pulizia e messa in sicurezza, risultano liberi da qualche mese. Ma i senzatetto si sono soltanto spostati. E ora che anche sull’ex oratorio sono state alzate le barricate, chi non avrà un tetto sulla testa cercherà inevitabilmente un altro edificio abbandonato dove rifugiarsi e ripararsi dal freddo gelido delle notti invernali.