(ANSA) – ROMA, 01 DIC – "So che se mi mandano in Giappone, non tornerò a casa": ne è convinto Paul Watson, il noto ambientalista e fondatore di Sea Shepherd, da tempo impegnato contro la caccia alle balene, che dallo scorso luglio si trova in un carcere della Groenlandia dopo essere stato arrestato sulla base di un mandato internazionale emesso da Tokyo. Intervistato dal Guardian, l’attivista canadese con cittadinanza statunitense Watson – che domani compie 74 anni – cerca di mantenere la calma: "Non puoi essere frustrato per qualcosa che non puoi controllare", dice. "Sa, qual è il punto? E non sono mai stato arrabbiato per nulla. Che senso ha arrabbiarsi?", chiede al suo interlocutore. E domani si aspetta di "festeggiare" il suo compleanno con un’altra proroga – per almeno un altro mese – della sua detenzione nel carcere Anstalten di Nuuk, mentre il ministero della Giustizia di Copenaghen continua a valutare la richiesta giapponese di estradizione per accuse che potrebbero costargli fino a 15 anni di prigione. Il 21 luglio Watson era in viaggio con un equipaggio di 32 persone per mettere in pratica la sua politica decennale di "aggressione non violenta", intercettando una nuova "nave madre" baleniera giapponese, la Kangei Maru da 7,5 miliardi di yen (circa 44,8 milioni di euro). Ma poco dopo aver attraccato la sua imbarcazione nel porto di Nuuk, ricorda, "è arrivata una bella macchina della polizia" e sono saliti a bordo 12 agenti armati. "Ero seduto sulla sedia del capitano in quel momento, e uno di loro si è avvicinato, mi ha afferrato per la maglietta, mi ha tirato giù dalla sedia, mi ha fatto girare e mi ha ammanettato", prosegue. "E io ho detto: ‘A cosa serve questo?’ E loro hanno detto: ‘Lo scoprirai’ e mi hanno portato giù alla stazione di polizia. Non era un gruppo molto amichevole". (ANSA).