Ristrutturare lo storico cineteatro Politeama di Como, chiuso dal 2005, costerebbe dai 30 ai 50 milioni di euro. La stima emerge dalla relazione finale del gruppo di lavoro riunito dall’ex liquidatore Francesco Nessi per immaginare il futuro della struttura e ipotizzare proposte progettuali sul recupero funzionale e la gestione del cineteatro di piazza Cacciatori delle Alpi.
“Il restauro di un edificio storico come un teatro comporta difficoltà aggiuntive rispetto alla costruzione di un teatro ex novo – si legge nel documento – Gli interventi devono preservare il valore storico e artistico, mantenendo però la sicurezza e l’operatività dello spazio per il pubblico. Vincoli specifici della Sovrintendenza aumentano i costi di restauro”.
Il calcolo tiene conto del confronto con altri casi di recupero recenti – Bergamo, Rimini, Milano, Bari e Udine – delle precarie condizioni in cui si trova attualmente il Politeama e di una capienza minima ipotizzata di 800 spettatori per garantire una gestione sostenibile. Le voci di spesa spaziano dai consolidamenti e opere civili agli impianti fino agli arredi e infissi e considerando anche progettazione, collaudi e Iva. Il risultato finale è compreso tra i 30 e i 50 milioni di euro.
“Non è possibile stimare il costo se non presentando un range ampio – si legge nella relazione – per la mancanza di informazioni tecniche approfondite sullo stato strutturale, sulla tipologia di dotazione tecnologica e per gli allestimenti scenici da adottare”.
“In mancanza di un progetto di massima da cui partire – è scritto ancora nel documento – la stima tiene conto di una ristrutturazione dell’esistente che risulta molto complessa anche per il livello di tutela imposto dal vincolo monumentale. In caso di abbattimento e ricostruzione l’importo sarebbe significativamente minore della cifra proposta”.
Il capitolo del documento dedicato al tema dei costi propone anche possibili strade da intraprendere per ottenere finanziamenti, dal ministero della Cultura ai fondi europei, senza trascurare fondazioni ed enti privati, oltre alle possibili agevolazioni fiscali.